Il programma di Rete Quattro, Quarto Grado, è tornato sul caso di Alessia Pifferi, la donna in carcere a Milano dalla scorsa estate, accusata di aver fatto morire di stenti la figlia Diana, di 18 mesi. Martina Maltagliati, inviata del talk del quarto canale, ha fatto visita all’avvocato di Alessia Pifferi, Luca D’Auria, e proprio in quegli istanti la donna ha chiamato il suo legale: “Buongiorno, sono Alessia Pifferi”, “Stavo parlando di lei – ha replicato l’avvocato – e stavamo ragionando sul diario scritto, c’è un qualcosa che vuole essere detto”.
La donna ha replicato: “Penso che le cose dette siano già state dette anche da quello che ho scritto, della mia infanzia e di tutto ciò che sto passando, non facile, non è semplice, e tutti i termini molto pesanti delle persone, è una situazione dolorosa, straziante e devastante e prendo degli antidepressivi perchè non ho più voglia di reagire, di stare al mondo, un dolore troppo forte e troppo grande”. E ancora: “Parlo tantissimo con gli psicologi, 3 o 4 volte a settimana, loro sanno tutto, con loro parlo di tutto, ogni minima virgola che mi viene in mente gliela dico, come la dico anche a voi avvocati. Aiutano, è una cosa che ci vuole del tempo per superarla, ci vorrà molto tempo, in più sono stata abbandonata da tutti, non è semplice. Io vorrei chiedere dove è morta mia figlia e avere una foto di mia figlia“.
ALESSIA PIFFERI: “MIO PAPA’ SI CHIAMAVA LUCIANO ALESSANDRO…”
Si parla quindi della figura del padre di Alessia Pifferi, venuto a mancare: “Si chiamava Luciano Alessandro, mi è mancato, ho avuto un’infanzia in solitudine, io cercavao l’affetto e l’amore di un compagno e di un padre, di amore e affetto verso di me. Sono sempre stata una bimba solitaria, cresciuta in famiglia con mamma e papà, con persone anziane”. Di nuovo sulla sua bimba: “Mia figlia era la cosa più bella e importante della mia vita”. Quindi Alessia Pifferi ha chiuso la chiamata: “Avvocato le chiedo scusa ma non posso stare più di dieci minuti”. Lo stesso avvocato Luca D’Auria era presente ieri sera in collegamento, e sulla telefonata ha aggiunto: “Sta emergendo ciò che diciamo dall’inizio, Alessia ha questa volontà di sapere qualcosa della figlia. I nostri consulenti vorrebbero dimostrare una rimozione ex ante, quando lei se ne è uscita di casa non aveva nessuna idea e volontà che questa figlia rimesse, e questo è il punto dirimente fra l’abbandono e l’omicidio volontario, questo è ciò che vorremmo dimostrare”.
In studio anche il generale Garofano, consulente di Alessia Pifferi, che in merito alla scena del crimine ha spiegato: “Stiamo cercando di analizzare le tazzine e per capire se a quell’abbandono hanno contribuito altre persone. Un altro uomo sulla scena? Esploriamola”. L’avvocato Luca D’Auria ha ripreso la parola: “Si è mai pentita? Lei dice che non lo volevo fare, vi chiedo per un attimo di poter immaginare che questa donna non avesse in testa l’idea morte, sicuramente il lasciare la bimba l’aveva già fatto, ma sono due ipotesi di reato completamente diverse e questo lo vedremo a processo”.