«Se vuoi, puoi»: questo il motto della campionessa mondiale paralimpica di arrampicata e sci nautico Alessia Refolo, ospite oggi a Vieni da me. La 29enne di Ivrea, non vedente, ha raccolto numerose imprese e non ha intenzione di fermarsi qua. Ora per lei una nuova avventura sui ghiacci: «Per me era la prima volta, mi è stato proposto nei mesi scorsi ed ho accettato perché ogni sfida mi attira tantissimo. Ho avuto sensazioni nuove rispetto alle scalate su pareti artificiali o su roccia, qui c’era ghiaccio e fredda. Un po’ di paura l’ho avuta, ma soprattutto ho avvertito una sensazione nuova: il ghiaccio non lo vedo, non lo posso toccare». «Mi chiamano la Barbie scalatrice e l’ho sentito subito mio, mi sento aggraziata e femminile», ha aggiunto la Refolo, che a gennaio ha inoltre disputato la sua prima gara di atletica.



ALESSIA REFOLO A VIENI DA ME

Alessia Refolo ha poi parlato della malattia che la colpì da piccola: «Sono stata colpita da un neuroblastoma a 18 mesi, per guarirmi i medici mi hanno dato tanti farmaci, anche sperimentali. Quando mi hanno dato un farmaco molto potente, mi ha danneggiato la vista subito: nel giro di due ore hanno capito subito e si sono allertati. Hanno cercato una soluzione subito, ma un rimedio non c’era. I miei genitori hanno accettato questa situazione». Importante il ruolo della famiglia e degli amici: «I miei genitori e mia sorella ci sono sempre stati, grazie al loro supporto ed a quello dei miei amici. Ho vissuto la mia infanzia e l’adolescenza molto simile agli altri, la normalità è sempre stata un po’ la chiave, il non essere considerata diversa». La Refolo è anche andata a vivere da sola: «Quando si lavora è importante essere indipendenti, ho imparato a fare tutto da sola. Ho trovato stratagemmi attraverso gli altri sensi così da riuscire a occhi chiusi». Ma cosa manca alla giovane di Ivrea? «Quello che mi manca di più è il non poter guidare, che ti rende indipendente. Un’altra cosa che mi spiace è il non poter fare subito quello che voglio fare, dentro me stessa dico “se avessi visto bene…”. Ma cerco sempre di trovare i punti di forza delle varie situazioni».

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