Si torna a trattare il caso di Alessia Sbal, la donna investita e uccisa sul Grande Raccordo Anulare, negli studi di Mattino Cinque. In collegamento vi erano la sorella della vittima, Ilaria, e la mamma. Ancora in lacrime la sorella, che ieri, in occasione del funerale, ha avuto un malore: “Era un pupazzo di ovatta – ha spiegato la donna in diretta tv piangendo – non aveva più niente, è un’immagine che ogni notte torna oltre alla mancanza”.
Su quanto accaduto: “Stiamo ricostruendo cosa è successo tramite testimoni e appelli, ma non è quello che dovremmo fare noi. Dovremmo ricordare come era ma invece siamo cercando testimonianze per dirci cose, che mia sorella era a faccia in giù a brandelli, abbandonata da sola. La verità ce la stiamo cercando da soli perchè vogliamo dare mano, ogni giorno è una tortura, è come se ogni giorno morisse, fino al momento della verità. Ieri ho avuto il coraggio di fare una cosa, ho fatto scoprire completamente il corpo di mia sorella, e il mio dolore sta diventando tanta rabbia, non ho saputo riconoscere niente: mi dici come si può dire che non ci si è accorti?”.
ALESSIA SBAL, LA SORELLA: “IO E MIA MAMMA SIAMO DUE MORTI CHE CAMMINANO”
Quindi la sorella di Alessia Sbal ha proseguito: “Io e mia madre siamo due morti che camminano”. Tina, la mamma della povera vittima, ha quindi preso la parola, diramando l’ennesimo disperato appello in diretta tv: “Confido non nella giustizia ma nella coscienza delle persone che hanno visto. C’era una barriera umana che proteggeva mia figlia ma non c’è qualcuno che abbia fatto un video, una foto, un qualcosa che testimoni ciò che è successo o che racconti ciò che ha visto?”. La sorella ha concluso: “Abbiamo bisogno dei dati del tir. Il corpo di mia sorella non l’avrà visto nessuno, nessuno ha visto il camion che la investiva”.