Ripartire, rinascere, ritornare anche solo metaforicamente a cantare. Così Flavio Insinna sintetizza le tappe di questo percorso (“spirituale”, se vogliamo) vissuto in prima persona dal bergamasco Alessio Boni. L’attore parla a lungo del suo lockdown e di come l’ha vissuto in famiglia, considerando anche che – nel pieno della quarantena – Boni è diventato padre per la prima volta. Alessio ha ammesso di non esser mai uscito a cantare fuori, sul balcone, come tanti italiani hanno fatto per darsi coraggio in questi ultimi mesi. “Avevo la morte nel cuore”, ha detto in proposito. E l’aveva anche se dall’altra parte c’era la vita. Una linea di confine nettissima segnava il passaggio dalla sala parto alle altre aree dell’ospedale. Da una parte c’erano i sorrisi da dedicare al piccolo Lorenzo; dall’altra, i pianti disperati di chi si trovava faccia a faccia con la morte. (agg. di Rossella Pastore)
Alessio Boni protagonista di Una voce per Padre Pio
Alessio Boni ospite della serata – evento “Un voce per Padre Pio” trasmessa sabato 11 luglio 2020 dalle ore 21.00 in prima serata su Raiuno. L’attore sarà uno dei tantissimi ospiti, tra cui Arisa, Red Canzian, Tosca D’Aquino, Gabriele Cirilli, Fausto Leali, Rocio Munoz Morales, Francesco Pannofino, Romina Power, Ron, Andrea Sannino, Lunetta Savino e Alberto Urso, che si alterneranno nello studio televisivo di Roma per ricordare e celebrare il Santo di Pietralcina. Per l’attore questo terribile periodo storico legato all’emergenza sanitaria da Coronavirus è coinciso anche con la nascita del primo figlio Lorenzo nato dall’amore con Nina Verdelli. “Ho vissuto una quarantena fuori dal comune l’estrema felicità si contrapponeva alla tragicità del momento, a volte mi sentivo in colpa di gioire per una smorfia di Lorenzo, mentre nella mia città si stilava un bollettino di guerra” – ha raccontato l’attore intervistato da Vanity Fair.
Alessio Boni e la nascita del figlio Lorenzo
La nascita del piccolo Lorenzo ha spazzato via improvvisamente ogni paura cambiando per sempre la vita di Alessio Boni. Del resto lo si sa, la nascita di un figlio cambia la vita e proprio per questo parlando del primogenito l’attore ha dichiarato: “quando è nato Lorenzo ho visto nei suoi occhi una sorta di eternità. Ho capito che cosa intendeva Omero con gli dei: tramandare le sorti del futuro di padre in figlio è una specie d’immortalità. Con lui ho uno scambio profondo, potente, ancestrale che muta di giorno in giorno”. L’attore non nasconde però che questa pandemia l’ha portato anche a fare un’attenta riflessione sul mondo e sulle priorità della vita. “In questo periodo di stop si percepisce il valore del tempo e quanto è fondamentale anche oziare e annoiarsi. Come torneremo nel vortice? Sono curioso. In due mesi le persone non credo possano cambiare” ha però precisato l’attore – “chi è squalo rimane squalo. La mia paura è che l’emergenza abbia allargato la forbice sociale”. Non solo, durante questi mesi di quarantena l’attore è stato protagonista anche di un video che ha scatenato non poche polemiche. Si tratta di quello dedicato a George Floyd, l’afroamericano ucciso da un poliziotto negli Stati Uniti d’America. Il suo “i can’t breathe” è diventato quasi uno slogan di quella che è una campagna mondiale al grido di “Black Lives Matters”. Un momento storico che, nonostante la pandemia da Covid-19, ha visto milioni di persone scendere per le strade in America e nel resto del mondo.
Alessio Boni e il video per George Floyd: “l’ho fatto col cuore”
Il video di Alessio Boni che replicava quanto successo in America non è stato però gradito dal pubblico con l’attore che sui social ha prontamente spiegato il suo intento: “qualche giorno fa ho postato un video in cui traducevo in italiano le ultime parole di George Floyd, il 46enne di colore ucciso brutalmente da un poliziotto che gli teneva il ginocchio premuto sul collo. Ero impossibilitato, per motivi personali, a partecipare alle manifestazioni italiane del movimento “Black Lives Matter” e ho pensato di dare il mio piccolo, piccolissimo, contributo, usando l’unica arma che ho: il contatto con il pubblico”. Sul finale Boni ha concluso dicendo: “ho fatto questo video con il cuore, sull’onda di un’urgenza: il video originale mi ha shockato e pensavo che ascoltare le parole di Floyd nella nostra lingua madre avrebbe contribuito ad aumentare l’indignazione verso una morte così ingiusta. Così macchiata di razzismo. Per tanti è stato così, e li ringrazio di aver capito le mie intenzioni”.