Alessio Boni: “Provengo da una famiglia proletaria, mio padre faceva il piastrellista”
Alessio Boni, che 15 settembre torna a teatro con Jean-Baptiste Poquelin detto Molière, ripercorre la sua vita prima del successo. L’attore proviene da una famiglia umile: “Nemmeno io sono figlio di attori, provengo da una famiglia proletaria, mio padre faceva il piastrellista e l’ho fatto pure io per un po’ di tempo, mentre frequentavo i corsi serali di ragioneria. Poi sono scappato da quello che sembrava un destino segnato, volevo evadere e ho fatto i mestieri più disparati, persino il poliziotto” racconta al Corriere della Sera.
E ancora: “La prima volta che sono entrato in un teatro, il Sistina a Roma, sono stato assalito dai brividi, gli sgrisoli, come li chiamiamo noi a Bergamo, è stata una folgorazione. Per fortuna non avevo problemi di balbuzie, ma quando mi sono buttato nel mestiere d’attore, mi sono ritrovato nella capitale, tra persone che mi prendevano in giro per l’accento bergamasco: quando parlavo, la gente rideva! La mia prima insegnante alla scuola di Alessandro Fersen registrò la mia voce per farmela risentire, dicendomi: tu parli così… Volevo sparire, mi sono vergognato, non ho aperto bocca per giorni”.
Alessio Boni: “Un produttore mi promise che sarei diventato una star ma…”
Ai microfoni del Corriere della Sera, Boni ha raccontato di essere stato vittima di molestie da parte di un produttore americano: “Certo, ma quando un importante produttore statunitense mi propose di andare a Los Angeles per lavorare con lui, fu una delusione” afferma.
E ancora: “Avevo poco più di vent’anni, ero pieno di speranze, pensavo che sarebbe stato un viaggio senza ritorno e invece… Quel signore, sposato e con figli, mi promise che sarei diventato una star se avessi accettato di diventarne l’amante. Risposi che non ero attratto e richiusi la porta dietro le spalle”.