Nelle scorse ore è stato commesso un omicidio in provincia di Napoli, e la vittima è un ragazzo di soli 22 anni, tale Alessio Bossis. Secondo quanto riportato dall’edizione online di Rai News, l’episodio sarebbe avvenuto in quel di Volla, e il deceduto era una persona già nota alle forze dell’ordine. In base alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, il 22enne si trovava nel parcheggio del centro commerciale locale, che al momento dell’agguato era abbastanza affollato, ma fortunatamente non risulterebbero altre persone coinvolte. Una vera fortuna visto che, stando ai carabinieri che stanno indagando, sarebbero stati esplosi almeno sette colpi di pistola che hanno raggiunto il giovane in varie parti del corpo, morto quindi praticamente all’istante.



Subito dopo che è stato lanciato l’allarme sono giunti sul luogo segnalato i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, che hanno identificato la vittima appunto in Alessio Bossis, e poi scoperto essere uno dei due giovani che erano stati condannati (l’altro si chiama Carmine Pecoraro), per la stesa avvenuta in piazza Trieste e Trento a marzo del 2019, e dall’8 agosto sotto sorveglianza speciale.



ALESSIO BOSSIS: LA STESA ORGANIZZATA TRE ANNI FA

Per stesa si intende una sorta di “rito” che spesso e volentieri avviene a Napoli e dintorni, ovvero, una sparatoria con armi vere verso il cielo da parte di un gruppo di ragazzi, solitamente circolanti in scooter e in moto, e a scopo intimidatorio, per ricordare “chi comanda”.

Quell’episodio aveva creato l’indignazione popolare ricorda ancora la Rai, in quanto aveva causato anche dai danni; si era inoltre verificato a seguito di un litigio che era avvenuto qualche giorno prima in un discoteca fra gruppi di Ponticelli considerati vicini ai clan Minichini e De Luca Bossa e affiliati alla cosca Mariano dei Quartieri Spagnoli. Alessio Bossis era considerato vicino al clan De Luca Bossa, e pare che in quell’occasione aveva avuto un ruolo anche la fidanzata dello stesso 22enne uccisa, una giovane minorenne che dal Pm Nicola Ciccarelli era stata definita “ una pasionaria criminale in erba”.