E’ passato quasi un anno dalla morte di Alessio e Simone D’Antonio, i due cuginetti di 12 anni che furono travolti e uccisi dal suv di Rosario Greco in provincia di Ragusa, mentre giocavano a pochi metri da casa. Greco è stato condannato di recente a 9 anni di reclusione. Il caso torna centrale nel corso della trasmissione Quarto Grado in onda questa sera e che di recente ha dato voce alle famiglie delle piccole vittime. La recente condanna a carico dell’uomo, infatti, ha deluso non solo Vittoria ma l’Italia intera, a partire proprio dai parenti si Alessio e Simone che hanno chiesto a gran voce la revisione del caso. Per i genitori dei due bimbi, infatti, non si trattò di un semplice incidente ma di un vero e proprio omicidio. E a conferma di questa tesi adesso potrebbe esserci un nuovo video della tragedia che potrebbe comportare un vero e proprio colpo di scena e modificare radicalmente la decisione del Gup del Tribunale di Ragusa, Ivano Infarinato. Greco, come rammenta RagusaOggi.it, risultò positivo al test dell’alcol e della droga. Attualmente sta scontando la sua pena nel carcere di Enna. Il timore delle famiglie di Alessio e Simone e non solo è che presto l’uomo possa tornare a circolare liberamente in città.



ALESSIO E SIMONE UCCISI DA SUV: IRA GENITORI

I genitori dei cuginetti uccisi, Alessio e Simone, non hanno preso bene la sentenza di condanna a soli 9 anni a carico di Rosario Greco, l’uomo alla guida del Suv che lo scorso 11 luglio falciò i due ragazzini. “Sentenza ingiusta”: così le rispettive famiglie hanno commentato la decisione del giudice. In collegamento nei giorni scorsi con la trasmissione di Rete 4 avevano avuto modo di commentare la vicenda sostenendo con forza: “Non si può accettare 9 anni per due omicidi, non è stata neanche applicato il massimo della pena. Non è stato un incidente stradale, i bambini erano seduti sui gradini di casa e quel suv è arrivato su di loro come un missile”. Per i genitori non si sarebbe dovuto accettare il rito abbreviato per un caso simile e ad ogni modo occorreva dare il massimo della pena. “Greco poteva essere fermato prima, aveva dato una coltellata ad un ragazzo che però non denunciò per paura”, hanno tuonato ancora i genitori che si erano appellati al ministro Bonafede: “Questa legge va cambiata, queste cose non devono più accadere”.

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