A Storie Italiane il giallo di Alessio Gaspari, 25enne ufficiale di coperta scomparso nel nulla durante una crociera fra il 20 e il 21 gennaio scorso, mentre l’imbarcazione stava navigando in acque danesi: “Io l’ho sentito fino al 19 gennaio – le parole della sorella in diretta tv – doveva rientrare in Italia dal 21 al 24, e cosa può essere successo non lo so ma escludo l’ipotesi volontaria, questa è una certezza per me. Lui era felice del suo lavoro, che io sappia non è accaduto nulla di particolare”.
Così invece il fratello Simone: “Le forze di polizia danesi hanno fatto un lavoro piuttosto superficiale e stando al loro report si sono limitati a salire a bordo, fare delle foto dopo due giorni, ma la nave non è stata posta sotto sequestro, l’area degli effetti personali è rimasta accessibile. Il giorno in cui si sono accorti dell’accaduto sono scattate ricerche e procedure d’emergenza, dalle 9 della mattina alle 17:00, dopo di che Alessio è stato dato per spacciato e nessuno l’ha più cercato. Non sono stati mandati i subacquei sott’acqua nonostante i fondali erano bassi, la nave non stava navigando in mezzo all’oceano. La polizia danese ha sentito il barista, che sembra sia stato l’ultimo a vederlo, il collega italiano con cui aveva fatto l’imbarco, e altre due persone. Ho parlato con un poliziotto danese e loro mi sembravano molto propensi all’ipotesi suicidiaria”.
ALESSIO GASPARI, SCOMPARSO DURANTE CROCIERA: “NON CI HANNO FATTO SALIRE SULLA NAVE”
In collegamento anche gli avvocati della famiglia Gaspari: “Ci sono in corso delle indagini da parte della Digos e speriamo di avere a breve risultati”. E ancora: “Non è semplice, le posso garantire che abbiamo avuto grande collaborazione da parte degli inquirenti della Procura di Roma, si sono prontamente attivati. Perchè non hanno trovato il corpo? Stando a quanto ci è riferito si è trattato di una normativa interna, si tende ad escludere la sopravvivenza in mare dopo un certo orario quindi non cercano più”. Il fratello di Alessio Gaspari ha ripreso poi la parola: “Non ci hanno fatto salire sulla nave in quanto ritenevano che l’equipaggio fosse tanto scosso da non poter tollerare la nostra presenza a bordo. C’è stata recapitata la roba di mio fratello in una stanza di albergo”.