La separazione delle carriere non è affatto contro i principi costituzionali: Alessio Lanzi netto ai microfoni de Il Dubbio. Il professore ordinario di Diritto penale all’università di Milano Bicocca, nonché componente del Consiglio superiore della magistratura, è intervenuto nel dibattito sulla separazione tra pubblici ministeri e giudici, citando tre articoli della Costituzione, ovvero il 101 comma 2, il 107 comma 3 e il 112…



Alessio Lanzi ha spiegato che nell’articolo 101 comma 2 viene sottolineato che i giudici, non i pm, sono soggetti solo alla legge, mentre nell’articolo 107 comma 3 viene stabilito che i magistrati si distinguono tra loro soltanto per diversità di funzioni. Infine, l’articolo 111, che dice che il pm ha l’obbligo di esercitare l’azione penale: «È la norma che prevede l’obbligatorietà dell’azione penale nel nostro Paese».



ALESSIO LANZI SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

La polemica sulla separazione delle carriere per Alessio Lanzi è un problema di potere, citando un esempio: «Adesso i pm, nei Consigli giudiziari, si esprimono sulle valutazioni di professionalità relative ai magistrati giudicanti, pur essendo i pm stessi una parte del processo. Perché queste valutazioni, allora, non dovrebbero poter essere fatte dall’altra parte del processo, quindi dagli avvocati?». Per Alessio Lanzi è necessaria una riflessione serena, prendendo atto da ciò che normalmente accade nelle aule dei tribunali: «Invece, ed è questa la mia opinione, è forte il sospetto che i pm non vogliano perdere il loro potere. Sinceramente non mi sentirei di affermare che anche i giudici siano, allo stesso modo dei magistrati requirenti, tutti contrari alla separazione delle funzioni».

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