Alessio Vassallo è Pippo Genuardi ne La concessione del telefono, il film tv tratto dall’omonimo romanzo storico di Andrea Camilleri, terzo capitolo del ciclo C’era una volta a Vigata. In tempi di Coronavirus, Vigata è l’unico posto in cui ci è concesso andare. Un posto che non esiste, di fatto, ma che proprio per questo si rivela più accessibile. “Vigata”, afferma Vassallo in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni, “è un luogo dell’anima e del cuore”. Lui ha ben ragione di parlarne così, essendoci “stato” ben quattro volte, due con Il giovane Montalbano (nei panni di un altrettanto giovane Mimì Augello) e una con La stagione della caccia. “Per me è una specie di ‘Isola che non c’è’ di Peter Pan. (…) Ogni volta che vado via da lì ne sento subito la nostalgia”. L’attore palermitano, 37 anni ad agosto, si è trovato catapultato in un mondo molto diverso da quello delle cronache attuali. Lo scenario di questa storia è la Sicilia di fine Ottocento: Pippo, il suo personaggio, è un ricco commerciante di legnami che vuole avere una seconda linea telefonica a casa, e così inizia a scrivere al prefetto e a tutti quelli che pensa lo possano aiutare. Peccato che, suo malgrado, i destinatari di quelle lettere fraintendano e inizino a sospettare di lui come possibile golpista.



Chi è Pippo Genuardi, il personaggio interpretato da Alessio Vassallo

“Da un episodio banale si ingigantisce tutto e viene scoperchiato un vaso di Pandora da cui escono fuori le fragilità, i difetti, i vizi dell’essere umano”. Alessio Vassallo ne parla come di un film tv dal genere ambiguo, “equivoco”, almeno quanto lo è la vicenda di Pippo. “La forza del personaggio di Pippo è quella di essere totalmente vittima degli eventi”, prosegue l’attore. “E la bellezza è che a mille colori: si passa dalla commedia al dramma, con un cambio netto da una scena all’altra”.



Alessio Vassallo racconta l’ultimo incontro con Andrea Camilleri

Di aneddoti interessanti sul set, Alessio Vassallo ne ha da raccontare: girare La concessione del telefono è stato molto divertente. “Ho pure guidato un quadriciclo a motore, una specie di macchina ante litteram. È venuto un esperto da Londra per spiegarmi come guidarla. Ha presente quelle barchette con il timone a barra che si affittano d’estate al mare? Ecco, il funzionamento era più o meno lo stesso. Divertimento a parte, sono davvero molto legato a questo film”. Il primo motivo è che è stato in parte girato nella sua città, Palermo. Il secondo è che è il suo primo film da protagonista. Il terzo e più importante è che La concessione del telefono era, tra i suoi, il romanzo che Andrea Camilleri amava di più, oltre che l’ultima sceneggiatura che ha firmato prima di andarsene. Poco prima della scomparsa, Alessio ha avuto modo di conoscerlo e confrontarsi con lui: “Una cosa che potrò raccontare ai nipoti: Andrea Camilleri è uno dei più grandi autori del Novecento”. Infine, un suo personale ricordo: “L’ultima volta che l’ho visto è stato al Campidoglio, a Roma, quando gli diedero la cittadinanza onoraria di Agrigento. (…) Ricordo che andai da lui, gli porsi la pergamena e dissi: ‘Andrea, sono Alessio, sono il giovane Mimì’. Lui, che già non vedeva bene, mi mise le mani in viso e mi disse: ‘Mimì, stai diventando grande…’. Quelle mani sul mio volto le porterò per sempre con me come una benedizione”.

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