Alessio Vassallo, noto attore italiano, è stato intervistato stamane da Uno Mattina Weekly. Le prime parole sono state per il recente riconoscimento ottenuto: “Nastro d’argento per la carriera? Con grande stupore 20 anni fa avevo 19 anni e sono partito dalla Sicilia per inseguire questo sogno a Roma e con grande stupore mi sono ritrovato nella mia terra per questo riconoscimento, sono stati 20 anni lunghi e quando torno a casa attraverso gli occhi dei miei genitori mi rendo conto del lungo percorso che ho fatto anche perchè quando sono arrivato a Roma era un’era totalmente analogica, prendere una informazione non era semplice, quindi sono stato grato per questo premio importante”.
Alessio Vassallo ha poi parlato dei ‘no’: “Io vengo da una generazione dei no formativi, ti prendevi qui no che ti facevano male e sono continuati per 20 anni, continuano a crescere e servono ad andare avanti, forse oggi i ragazzi sono abituati a questi no più leggeri, i no dei social fanno meno male che quelli dal vivo, ma alcuni no sono serviti per migliorare quindi un grazie particolare a chi mi ha detto dei no”.
ALESSIO VASSALLO: “OGGI QUANDO VADO NELLE SCUOLE…”
Sui genitori: “Mio padre non l’ho mai visto piangere – racconta Alessio Vassallo – ha pianto solo una volta sola, venne a prendermi a Roma in treno, e mi disse di tornare a casa, ma io gli chiesi di darmi una possibilità, ho trovato una scuola, feci le selezioni e mi presero. E tutto nacque da Palermo, da un appendicite, io a 17/18 anni volevo andare a Modena per fare il carabiniere. Mi operarono d’appendicite e nel letto vicino al mio c’era un maestro di teatro che mi invitò a fare un corso e io ci andai”.
L’attore ha proseguito: “Oggi quando vado nelle scuole dico sempre ai ragazzi di coltivare le loro passioni, la musica, il teatro… la passione forma la personalità e le relazioni. Oggi è tutto basato sull’immagine e siamo un po’ costretti con la nostra identità che si forma però con le nostre relazioni non con l’immagine”.
ALESSIO VASSALLO: DAL GIUDICE BORSELLINO A CAMILLERI
Si parla quindi del giudice Paolo Borsellino, che Alessio Vassallo ha raccontato in uno spettacolo teatrale: “Ho avuto la fortuna di fare questo spettacolo, di raccontare una Sicilia che non abbassa alla testa e che guarda al futuro. Quando è morto Borsellino ero piccolo, ero in paesino vicino a Palermo, stavo andando a prendere una busta dal giornalaio, poi le tapparelle si sono chiuse di colpo e siamo andati in macchina, mio padre ha acceso la radio e ha sentito la notizia di Borsellino e poi ci fu il coprifuoco. E’ importante continuare a parlarne, se la memoria non è attiva e quotidiana rischia poi di diventare qualcosa che non ti appartiene”.
Infine su Camilleri, lui che ha recitato ne Il Giovane Montalbano: “MI manca tantissimo, nella sua precisione, nell’eleganza, nel commentare il presente, l’ho incontrato più volte ma non ho avuto la possibilità di confortarmi perchè è scomparso, è una di quelle cose che poi racconterò ai miei nipoti”.