Alex Di Giorgio ha approfonditamente discusso della sua omosessualità ai microfoni di “Verissimo”, il programma di Canale 5 condotto da Silvia Toffanin. L’ex nuotatore ha esordito dicendo: “Ho capito di essere attratto dai ragazzi attorno ai 20-21 anni. L’ho capito silenziosamente, in quanto dieci anni fa non c’erano tutti questi social, non c’era tutta questa facilità anche nella divulgazione sui social. Nell’ambiente sportivo ti guardavano tutti stando sul chi va là. A un certo punto mi sono innamorato di un ragazzo: avevo 22 anni. Io non avevo detto della mia omosessualità ai miei, ma, forte del fatto che comunque fosse giusto che i miei lo sapessero e spinto dal mio fidanzato di allora, mi sono aperto con loro”.



Ci sono sempre delle paure quando si hanno 20-22 anni e si fa uno sport in cui si è da soli, ha sottolineato Alex Di Giorgio, per poi aggiungere: Avevo i miei timori, non volevo che i miei genitori soffrissero per i problemi che il mio contesto sportivo avrebbe potuto crearmi. Quando ho confessato tutto a mamma e papà, mi sono sentito non più solo”.



ALEX DI GIORGIO: “HO VISSUTO MOLTO MALE GLI ULTIMI 2-3 ANNI IN CUI NUOTAVO”

Con il suo fidanzato di allora, però, la relazione di Alex Di Giorgio terminò, perché “lui non era la persona che credevo che fosse. Infatti, dopo un po’ di mesi, su Instagram mi arrivarono svariate richieste da profili falsi. Me ne giunse una in particolare che aveva lo stesso identico nickname che aveva mia mamma su Skype. A quel punto io la chiamai e le chiesi se si fosse creata Instagram per controllarmi. In realtà, dietro a quel nickname si nascondeva il mio ex, che aveva diffuso le nostre foto abbracciati. Aveva anche detto alle persone che conoscevo che io ero gay e mi ha obbligato a fare outing”.

Uno choc tremendo per Alex Di Giorgio, tanto da indurlo a pensare al suicidio: “Mi sono chiuso in una stanza per tre giorni e ho considerato l’ipotesi di farla finita. Mi mancava la terra sotto i piedi, mi sentivo sbagliato. Ho denunciato questa persona per stalking ed è stata condannata. Io però ho vissuto male gli ultimi 2-3 anni in cui nuotavo, sentivo che non provavo più passione per il nuoto e l’ho lasciato”.