Ha vissuto momenti terribili Alex Pompa, il 20enne che ha accoltellato il padre per difendere la madre. A “Porta a Porta” il giovane si lascia andare ad un lungo sfogo. Dopo l’ansia del processo e il rischio di finire in carcere per 14 anni, il 24 novembre scorso, è arrivata l’assoluzione dalla Corte di Assise di Torino, perché il fatto non costituisce reato. Adesso non restano che le telecamere, una ferita indelebile, i brutti ricordi, ma anche la speranza di ritornare a sorridere.



“Non c’è stato un momento in cui ho deciso di uccidere mio padre. È stato un attimo di cui non ho ricordo, non so che cosa è successo quella sera. Ma ho subito detto che mi ero pentito, so di non aver fatto una cosa bella. E potessi tornare indietro, preferirei morire io, ma eravamo arrivati a un livello tale che la violenza vissuta quella sera non può essere equiparata agli episodi di violenze vissuti prima”, ha dichiarato nel programma di Bruno Vespa. Quella sera risale al 30 aprile del 2020, quando a Collegno, nella loro casa, il padre 52enne Giuseppe, si accanì con violenza sulla madre e sul fratello. La sua memoria ripercorre quei momenti concitati: la gelosia spietata del padre, poi l’aggressione sulla madre, accompagnata da un’escalation di insulti e minacce. “Non ho ricordi di quei momenti” spiega Alex riferendosi a quell’istante in cui ha ucciso il padre – “Ero completamente sotto choc.”



Alex Pompa sul padre: “Con lui è stato sempre difficile”

L’infanzia di Alex Pompa non è stata tra le più serene. La violenza era una presenza  costante tra le mura domestiche. “Con lui è sempre stato difficile, fin da quando ero piccolo, e ho vissuto i suoi gesti violenti nei confronti miei, di mio fratello e soprattutto di mia mamma. Ma non ho mai smesso di voler bene a mio padre”, sottolinea il ragazzo, riportando alla memoria il rapporto difficile con il genitore, spiegando cosa rappresentavano alla fine lui e suo fratello per il padre.

“Il problema è che io e mio fratello da essere figli di mio padre ad un certo punto, quando la sua ossessione verso mia mamma è peggiorata, siamo diventati suoi ostacoli – ha specificato il ventenne – perché non poteva possederla, opprimerla, sottometterla come avrebbe voluto”, ha aggiunto.La procura aveva chiesto per Alex 14 anni di reclusione ma alla fine è stato assolto. Il giovane dopo aver sentito le parole dei giudici non riusciva a sorridere. Alex si è pentito di quello che ha fatto. “Assolutamente -ha concluso a Porta a Porta – ho detto fin dal primo momento che se potessi tornare indietro non lo rifarei mai e poi mai. Piuttosto morirei io che mio padre”. Adesso lui e la sua famiglia meritano una vita normale,  senza quella paura degli anni passati che li ha tenuti nella stretta di una costante tensione.