A Mattino Cinque News il caso di Alex Pompa, il giovane che quando aveva 18 anni ha ucciso il padre violento, e che dopo un’assoluzione in primo grado rischia ora 14 anni di condanna in Appello. Il programma di Canale 5 ha intervistato in collegamento il noto avvocato Bernardini De Pace, che ha commentato il caso così: “Cosa ne penso di una possibile condanna? Ne penso malissimo, non possiamo dare contro i giudici e lo sappiamo, ma c’è una situazione di cui non si vuole dare conto, chi decide non conosce le tragedie che avvengono nelle famiglie in cui c’è una violenza costante. In primo grado lui era stato assolto – ha proseguito – per legittima difesa poi in secondo grado hanno invece pensato di no perchè il padre era disarmato e stava andando in cucina a prendere il coltello”.



Bernardini di Pace ha quindi specificato sempre sul caso Alex Pompa: “La legittima difesa non è solo in quel momento, questa è una legittima difesa profonda dopo 18 anni di disperazione, vissuto aggressivo, cattivo, violento, persecuzioni a madre, a fratello, a lui, io questo ragazzo lo farei eroe, tra l’altro adesso c’è una questione tecnica complessa e non può diventare improvvisamente innocente. Bisognerà decidere se diminuire o meno la pena perchè il codice rosso ha imposto delle regole e dei divieti, e aggrava la situazione paradossalmente”.



ALEX POMPA, BORALEVI: “SI E’ FATTO GIUSTIZIA DA SOLO”

In studio a Mattino Cinque News anche Antonella Boralevi che sul caso Alex Pompa la pensa invece un po’ diversamente: “Ho pensato che fosse legittima difesa la prima volta che ho letto la notizia poi ci ho ragionato, questa è una situazione in cui questo giovane uomo si è difeso da se, si è fatto giustizia da solo. Quando accadono questi fatti non bisogna provare a chiedere aiuto alle istituzioni? Se andiamo avanti così i tribunali non ci servono”.

Immediata la replica dell’avvocato Bernardini De Pace, che ha spiegato: “Non fai l’avvocato non vivi questi problemi tutti i giorni, impara – rivolgendosi alla Boralevi – non si può dire che bisogna chiedere aiuto all’istituzione. Chissà quante volte hanno chiamato i carabinieri, i servizi sociali non si sono mossi, fanno le denunce e vengono archiviate, questo succede tutti i giorni, io ritengo – ha concluso – che se questo ragazzo verrà condannato merita la sollevazione popolare per chiedere la grazia”.