Alex Pompa, oggi 21enne, il 30 aprile del 2020 ha ucciso suo padre con 34 coltellate, in quella che lui stesso ha sempre definito legittima difesa per le costanti e ripetute violenze subite da lui, da suo fratello e dalla madre. A novembre 2021, in occasione del processo in corte d’Assise, difeso da Claudio Strata, il 21enne è stato assolto, ma a gennaio la procura ha presentato l’appello, chiedendo 14 anni di carcere per il ragazzo.



In un’intervista rilasciata a La Stampa, Alex Pompa si è raccontato, spiegando le ragioni del suo gesto estremo e parlando della difficile situazione familiare che si è trovato a vivere. “Ho fatto ciò che ho fatto”, spiega in apertura, “soltanto per difesa. Se non l’avessi fatto non sarei qui, e mia mamma sarebbe morta”. Parlando del padre, invece, racconta che è sempre stato un uomo violento, “ossessivo e morboso. E i fatti di cronaca raccontano una verità spietata: gli uomini così prima o poi uccidono“. Alex Pompa spiega che “papà controllava tutto [e] non accettava contraddizioni”, mentre cerando qualche bel ricordo con lui, sostiene lapidario che “non ne ho nessuno. Con lui non c’erano mai cose belle“.



Alex Pompa racconta suo padre Giuseppe

Alex Pompa non ha dubbi che “era scontato” che sarebbero morti tutti se non fosse intervenuto, e sostiene che “se la sentenza di assoluzione si ribaltasse, sarebbe una sconfitta per tutti“. Non ha ancora, racconta, visitato la tomba del padre da quel 30 aprile 2020, e sostiene che “non penso di essere ancora pronto”. Di se stesso parla come di “un ragazzo normale, che vuole cose normali: lo studio, un lavoro, la fidanzata. Un po’ di serenità”.

Non serba odio o rancori Alex Pompa, neppure per lo zio che, sapendo tutto, non è mai intervenuto, anche se confessa che “non ci parliamo più, e va bene così”. Raccontando i difficili anni vissuti con lui ricorda che “le poche volte che la mia fidanzata è venuta a mangiare da noi, prendevamo una pizza da asporto” perché “se rientrando avesse visto un piatto in più, erano guai. Voleva dire che c’era stato un altro uomo”. Inoltre, Alex Pompa ricorda anche che “tutti avevamo paura. Alla tv non guardavamo mai telegiornali o programmi di approfondimento” per la paura che “si parlasse di femminicidi o stragi in famiglia e che lui le emulasse. Se lui sapeva di una donna ammazzata diceva se l’è meritato quella put*ana”.