In seguito alla recente pubblicazione della propria autobiografia “Oltre il traguardo” Alex Schwazer torna a parlare di sé e lo fa sulle colonne del settimanale Oggi, dove davvero non si nasconde, parlando della sua famiglia, della sua carriera e della sua lotta contro la giustizia sportiva per la seconda squalifica per doping, come pure del suo futuro, dove per il momento non si prevede un suo ritorno in pista. Il marciatore italiano, nella lunga intervista, si rivela a 360° gradi, raccontando subito della sua battaglia contro IAAF e WADA che lo vede protagonista in questi anni, dopo l’ingiusta accusa per doping emersa ancora nel 2016: “C’è chi è capace di ingoiare un0ingiustizia e ripartire. Per me era troppo enorme ciò che mi avevano fatto, così ho deciso di lottare, contro un avversario infinitamente più potente”.



Schwazer, ringraziando coloro che lo hanno aiutato (in primis il suo allenatore Sandro Donati) ha poi aggiunto: “Siamo stati dei Don Chisciotte, ora però c’è una sentenza di un magistrato scrupoloso, Walter Pelino, che ha archiviato per non aver commesso il fatto, mi assolve dall’accusa di reato che era stata formulata contro di me e ha sottolineato la manomissione delle provette e il complotto e le scorrettezze delle autorità sportive internazionali”. Una sentenza chiara, da cui ci si aspettava che venisse tolta la squalifica a Schwazer, cosa purtroppo non avvenuta, ma che incoraggia lo stesso azzurro in questa sua lotta per la verità. Battaglia in cui chiaramente non è solo, benchè pure anche negli ultimi mesi Schwazer non abbia ricevuto grande supporto da parte di altri atleti: “Tutti hanno paura”.



ALEX SCHWAZER SI RACCONTA: “LA MIA FAMIGLIA DI MI HA SALVATO”

E sempre dalla sua battaglia contro le ingiustizie della giustizia sportiva che Alex Schwazer parte per raccontarsi anche come uomo, marito e padre oltre che come sportivo in questa lunga intervista esclusiva: indispensabile infatti in questa lotta il supporto non solo del suo allenatore e del team di avvocati e manager, ma ovviamente della sua famiglia, con la moglie Kathrin Freund e i due figli Ida (5 anni) e Noah (1 anno). Lo dice lo stesso azzurro: “L‘amore della mia famiglia mi ha salvato. Ho capito che un’altra vita oltre allo sport era possibile, con loro ho smesso di essere un ragazzo e sono diventato un uomo”. E ancora aggiunge: “A casa? Io li sono solo un papà. E’ una serenità che mi da forza: finalmente ho sentito di avere al mio fianco qualcuno pronto a darmi manforte in qualsiasi battaglia”.



Dopo dunque le glorie olimpiche e la crisi del doping, nella seconda rinascita di Alex Schwazer, la famiglia è tutto: e il futuro? Apparentemente non è nella corsa, come lo stesso marciatore rivela infine: “L’ultima chance che mi ero dato erano i Giochi di Tokyo., C’è tanto altro nella vita: ora alleno gli amatori e lavoro a una docuserie sulla mia vita. Le gare? Basta, sono un capitolo chiuso, per ora”.