Le accuse di doping nei confronti di Alex Schwazer, atleta altoatesino protagonista di recente del Grande Fratello VIP, non sono mai state digerite dallo storico allenatore dello stesso, Sandro Donati. Oggi, a distanza di anni, il tecnico punta ancora il dito verso quelli che lui chiama “aguzzini”, colpevoli di aver rubato al marciatore ben 8 anni di vita, e due Olimpiadi.



Per Sandro Donati, come spiegato dallo stesso ai microfoni del Corriere della Sera, Alex Schwazer è sempre stato una vittima di questa vicenda, una persona che non è stata nemmeno “In grado di rispondere a questa gente cattiva”, essendo un mite, un pacato, anche se per il tecnico, bisognerebbe capire cosa ha davvero dentro l’atleta visto che a suo modo di vedere “gliel’hanno fatta grossa”.



ALEX SCHWAZER, SANDRO DONATI: “SAREBBERO DOVUTI INTERVENIRE MA…”

Nonostante le vicende sportive abbiano preso una piaga senza dubbio non positiva, Sandro Donati e Alex Schwazer non hanno mai interrotto i contatti: “Lo sento sempre” racconta l’allenatore, aggiungendo di ammirare molto il suo “protetto”, in quanto ha come obiettivo quello di essere moderato e di mantenere il controllo. “Gli aguzzini che lo hanno colpito meriterebbero ben altre reazioni”, aggiunge.

La condanna di Alex Schwazer è terminata, purtroppo non in tempo per la partecipazione alle Olimpiadi 2024 che l’altoatesino sognava da anni, ma resta una macchia indelebile, così come traspare sempre dalle parole di Sandro Donati, che descrive coloro che hanno condannato l’atleta come delle persone “strapotenti” e di cui non riconosce l’autorità. Punta il dito anche contro terzi, senza fare nomi, specificando che a suo modo di vedere “Qualcuno sarebbe dovuto intervenire per mettere fine a questo scempio e invece non lo hanno fatto per “ragioni di stato”: ormai era deciso così”.



ALEX SCHWAZER, L’ALLENATORE SANDRO DONATI: “FALSE PROVE, UNA COSA IGNOBILE”

Per Sandro Donati è “acclarato” che si è cercato di costruire delle “false prove, una cosa ignobile”, aggiungendo la grandissima sofferenza provata in questa vicenda non soltanto da Alex Schwazer ma anche dello stesso tecnico. Alla luce di questi otto anni travagliati, secondo Sandro Donati resta il fatto che oggi gli atleti sono poco tutelati; dovrebbe cambiare la procedura di prelievo delle urine secondo lo stesso tecnico, con un campione nelle mani dell’ispettore e uno dell’atleta a garanzia dello stesso, che non può essere contaminato.

“Se non hanno nulla da nascondere, perché non dare questa garanzia?”, si domanda Donati sospettando la presenza di dirigenti che per soldi o vendetta potrebbero manipolare i risultati delle analisi, così come riferisce ancora al Corriere della Sera. Il caso di Alex Schwazer è sempre stato molto attenzionato in Italia, i fari non si sono mai spenti, ed è stata realizzata anche una serie tv che però non è servita ad ammorbidire la posizione di chi ha voluto condannare l’atleta, “gente tetragona che ha in mano il potere e, pur criticata e attaccata, non fa una piega”, chiosa Sandro Donati.