La notizie, che purtroppo era nell’aria, è giunta giovedì sera, in occasione della diretta del Grande Fratello: Alex Schwazer non andrà alle Olimpiadi del 2024 visto che la Wada ha deciso di non ridurre la squalifica dello stesso atleta italiano. “Dopo due anni è arrivata la comunicazione. Non è stata favorevole – ha raccontato l’ex olimpico in diretta su Canale 5 – sono dispiaciuto, questa decisione è sbagliata perché non è una decisione presa in maniera neutra. Credo di pagare il fatto di non aver mai accettato un verdetto della giustizia sportiva e di aver lottato per anni per la mia innocenza. Sono qui da 10 settimane con voi, ho sempre dato il massimo. Mia moglie e i bimbi sono sempre presenti nel pensiero. Di rimpianti non ne ho. Nei prossimi giorni valuterò i prossimi passi da fare sia per la squalifica sia per la mia permanenza qui nella casa. Vi chiedo di non fare drammi perché siamo fortunati. La vita è bella, andiamo avanti così. Speriamo che anche stasera il tugurio rimarrà chiuso”.



Oggi il Corriere della Sera ha cercato di fare chiarezza sulla vicenda, spiegando come mai la Wada, l’agenzia internazionale anti doping, abbia deciso di non concedere alcuno sconto ad Alex Schwazer come invece avrebbe potuto fare. «Se un atleta sotto squalifica fornisce una collaborazione fattiva per scoprire o accertare la violazione di una norma antidoping da parte di altra persona» la sua pena «può essere ridotta fino a un terzo» se ci sono «il consenso dell’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) e quello della federazione internazionale competente», si legge nel codice antidoping.



ALEX SCHWAZER, NESSUNO SCONTO SULLA SQUALIFICA: LA SEGNALAZIONE E LA REPLICA DELLA WADA

A metà 2021 i legali dell’atleta hanno consegnato all’AIU, Athletics Integrity Unit, (che gestisce la giustizia per World Athletics), un fascicolo con alcune informazioni dettagliate su un allenatore dell’Europa dell’Est squalificato, che continuava a seguire gli atleti nelle gare. Dopo la segnalazione l’AIU, sulla base di quanto fornito, ha aumentato la pena dello stesso allenatore (il cui nome non è stato reso pubblico). L’AIU ha quindi effettuato richiesta di sconto di pena alla Wada ad aprile ma l’agenzia antidoping avrebbe chiesto a Schwazer ulteriori chiarimenti e “contro ogni regola – scrive il Corriere della Sera – una confessione dei fatti di doping del 2016 che avrebbe contraddetto tutta la battaglia portata avanti dall’altoatesino per dimostrare la sua innocenza”.



Purtroppo il no allo sconto non deve essere neanche motivato nei dettagli e la Wada si è limitata a dire: «Il no è motivato dalla gravità del caso e dalla doppia positività. L’atleta può comunque fare appello». Di fatto, come aggiunge ancora il quotidiano di via Solferino “La Wada ha cambiato le sue regole”. «Questa gente per me è come se non esistesse e io attendo le decisioni della giustizia ordinaria e non della giustizia fatta in casa e autoreferenziale», ha chiosato Sandro Donati, mentore del concorrente del Grande Fratello.