Alex Zhavoronkov, il Ceo dell’azienda medica farmaceutica Insilico che per primo ha puntato tutto sullo sviluppo di nuovi farmaci creati interamente con l’intelligenza artificiale, ha dato il via ai test di fase 2 autorizzati per l’approvazione delle terapie messe a punto con algoritmo digitale. L’imprenditore di origine lettone e con cittadinanza canadese, che ora è a capo dell’industria con sedi a New York e a Hong Kong, promette di salvare vite umane grazie alla tecnologia.
Come fa notare oggi un articolo del quotidiano Süddeutsche Zeitung, il suo atteggiamento politico però sta facendo discutere l’opinione pubblica occidentale, le sue dichiarazioni più volte hanno suscitato attenzione da parte dei media, tanto da soprannominarlo “l’Elon Musk del settore farmaceutico“, perchè sempre schiette e spesso in nella controtendenza rispetto alla visione comune. Ad esempio per le sue posizioni palesemente pro-Cina, con la quele si è schierato affermando, non solo che rappresenta il futuro per l’industria biotech, ma anche condannando le sanzioni e restrizioni commerciali che gli Usa hanno imposto definendole “stupide” perchè a lungo termine potrebbero causare anche morti, bloccando il naturale corso della ricerca scientifica e medica.
Alex Zhavoronkov contro le sanzioni alla Cina “Bloccare import causerà morti”
Alex Zhavoronkov, sta destando scalpore, non solo perchè la sua azienda Insilico medical sarà la prima a sperimentare sugli esseri umani un farmaco contro la fibrosi cistica polmonare completamente sviluppato grazie all’intelligenza artificiale, ma anche per le sue pubbliche dichiarazioni sui temi di attualità ed economia. Ad esempio per quanto riguarda la guerra in Ucraina, lo scienziato ha sempre dichiarato che l’aggressione russa è stata una mossa “stupida” minimizzando spesso i rischi del conflitto internazionale.
Tuttavia Zhavoronkov, ci tiene a sottolineare di non aver mai avuto il passaporto russo, quasi per sollevarsi dalla responsabilità politica che potrebbe attribuirgli una posizione “pro-Putin“. Sulla Cina invece la questione è diversa, il Ceo ha sempre difeso Pechino come nuova frontiera della ricerca biotecnologica, pertanto bloccare i rapporti commerciali sarebbe controproducente, avvertendo il governo Usa, di poter anche causare morti nel caso di ulteriori restrizioni all’import di microchip, che potrebbero rallentare lo sviluppo tecnologico e quindi anche posticipare possibili nuove cure contro le malattie.