ALEXANDER ZVEREV, POLEMICA CON LA COPPA DAVIS

“Voglio vincere la Coppa Davis, ma quella vera. Non una competizione ideata da una persona fuori dal mondo del tennis”. La voce è quella di Alexander Zverev, che infatti non sarà presente alle finali della Coppa Davis che scatteranno a fine novembre, e in cui la Germania se la dovrà vedere in un girone che comprende la Serbia – con Novak Djokovic – e l’Austria (senza Dominic Thiem, sportivamente mal digerito da quella clamorosa finale degli Us Open). Il tema è complesso: Zverev, interpellato dal media tedesco Kleine Zeitung, ha rigirato il coltello nella ferita aperta di tutti gli appassionati di tennis.



La Coppa Davis un paio di anni fa ha cambiato formato: nel tentativo di snellire i calendari, visto che la competizione non assegna punti per il ranking Atp (cosa che invece ha fatto per circa 7 anni, in epoca recente) e dunque nonostante il grande e plurisecolare fascino si “accoda” ai grandi appuntamenti della stagione, si è pensato di giocare un primo turno alla fine dell’inverno per poi avere le finali racchiuse in un unico periodo, ad annata finita visto che fine novembre significa già dopo le Atp Finals.



Il problema è che la nuova regolamentazione non ha esattamente messo tutti d’accordo: anche perché nel frattempo sono cambiate anche le premesse nei singoli match, ovvero adesso non si gioca più sulla durata dei 5 set ma dei 3. Se da una parte c’è chi ha approvato, sostenendo che una partita di tennis al quinto parziale sia decisamente troppo lunga, dall’altra sono in tanti coloro che, pur magari favorevoli al cambiamento in termini generali, hanno visto in questa specifica modifica una violazione troppo esagerata alla storia della Coppa Davis.

Alexander Zverev poi dice altro, riferendosi a chi è fuori dal mondo del tennis: già, perché la Coppa Davis resta di “proprietà” della ITF ma da due anni alla federazione internazionale si affianca Kosmos Holding, che ha naturalmente partecipato alla creazione della nuova formula. Di questa società uno dei principali investitori è Gerard Piqué, che già in passato era stato fortemente criticato per le sue “ingerenze” nel mondo del tennis; che le prime finali si siano disputate alla Caja Magica di Madrid non è stato ovviamente un caso, ma al netto di questo la polemica di Zverev è chiara.



Secondo lui, che le regole piacciano o meno può restare soggettivo ma il fatto che a “controllare” la Coppa Davis siano oggi personaggi che con il tennis hanno poco a che spartire fa capire – stiamo interpretando, ma l’obiezione non è nuova – come alle spalle del progetto ci sia in realtà una mera volontà economica, tanto che la nuova formula ha creato fin da subito qualche problema strutturale (ovvero, che alcuni match ancora in programma fossero risultati inutili perché il girone si era già definito). Dopo di che, esiste l’altro lato della medaglia: tutti i big ad eccezione di Zverev, almeno quelli abili dal punto di vista fisico, saranno presenti alle finali che si giocheranno con formula itinerante (Madrid, Torino e Innsbruck) e magari condividono qualche punto del discorso di Sascha ma comunque onorano l’appuntamento. La querelle è destinata a non esaurirsi tanto presto…