Le celebrazioni di Alexandre Dumas proseguono sul web, dove oggi si ricorda non la sua data di nascita o di morte, bensì quella di pubblicazione della prima puntata del romanzo Le Comte de Monte Cristo. Lo scrittore francese, figlio della rivoluzione, non lo si ricorda esclusivamente per la sua vasta produzione letteraria (la sua fantasia smisurata portò alla realizzazione di 257 volumi tra best seller, opere destinate al teatro e numerose altre opere tra romanzi minori, poesie e racconti. Dumas infatti era considerato anche un grande amatore, circondato da molte donne oltre che un formidabile mangiatore. La conferma arriva anche dalle foto che nel corso degli anni gli scattarono Nadar e Le Gray e dalle quali emergeva il suo ventre tondo. Oltre ad essere una buona forchetta era noto anche per le sue ricette stravaganti che ebbero tra gli ingredienti piede di elefante e coda di canguro. Non è un caso se la passione per la cucina lo portò, verso la fine della sua vita quando fu costretto a limitare i pasti, a dedicarsi alla realizzazione del Gran dizionario di cucina. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



GRANDE AMATORE, DUE SUOI FIGLI HANNO SEGUITO LE SUE ORME

Alexandre Dumas ha sviluppato durante l’adolescenza un talento eccezionale per la calligrafia, e proprio grazie a questa sua straordinaria capacità fu assunto da un notaio per ripassare tutti gli atti legali. Raggiunta la maggiore età, come ricorda Focus, ha iniziato a proporre i suoi drammi a vari impresari, ma questi non ne volevano sapere e lo rimandavano sempre al mittente. Dumas è famoso anche per essere stato un grande amatore, e da due delle sue donne nacquero altrettanti scrittori: l’omonimo Alexandre Dumas, autore del Signora delle camelie, e Henru Bauer, un giornalista e un polemico barricadero. La svolta avvenne nell’ottocento, quando in Francia nacquero due realtà editoriali, leggasi la stampa a grande tiratura e soprattutto il romanzo d’appendice, noto anche come feuilleton, ovvero, la pubblicazione di una “storia” in diverse puntate. E così che Dumas senior, fra il 1844 e il 1850, fece uscire tutte le opere scritte in precedenza; inizialmente i suoi scritti erano firmati anche da Auguste Maquet, ma dopo un contenzioso giuridico questi rinunciò alla doppia firma in cambio di un ricco assegno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ALEXANDRE DUMAS, CHI È? L’AUTORE FRANCESE CRESCIUTO IN UN CASTELLO CON UN FOSSATO

Come vi abbiamo già spiegato, sono moltissimi gli aneddoti curiosi riguardanti il grande Alexandre Dumas, scrittore francese fra i più famosi al mondo. Uno decisamente succulento lo fornisce il sito di Focus, che racconta di come lo stesso poeta sia cresciuto in un castello circondato da un fossato. Difficile, in un luogo così, non sviluppare una fantasia e una creatività, come appunto quella di Dumas, ed è forse anche per questo che il transalpino avrebbe poi dato vita a ben 257 volumi fra best seller mondiali come I Tre Moschettieri e Il Conte di Montecristo, ma anche opere teatrali, biografie, poesie, racconti e via discorrendo: “Una quantità di scritti incredibile – scrive a riguardo Focus – che ha generato più di un sospetto sul fatto che Dumas fosse a capo di un esercito di scrittori a contratto che sfornavano a ritmo industriale “prodotti” da pubblicare a suo nome”. E pensare che da adolescente, Dumas aveva ricevuto un’educazione sommaria, fatta di poche letture leggasi la Bibbia, Robinson Crusoe e I racconti delle mille e una notte. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ALEXANDRE DUMAS, CHI È? L’INCREDIBILE SUCCESSO IN FRANCIA DE IL CONTE DI MONTECRISTO

Il Conte di Montecristo, una delle opere più famose di Alexandre Dumas, è nel contempo uno dei romanzi più noti e più letti di tutti i tempi. Un’opera “maestosa”, nel senso che è lunga ben 1258 pagine, e che di anni ne compie oggi ben 176. Nonostante la sua longevità, resta ancora oggi particolarmente godibile, come ha scritto soltanto pochi giorni fa per Io Donna la giornalista Serena Dandini. De Il Conte di Montecristo ne hanno parlato in tanti, e Antonio Gramsci lo definiva addirittura oppiaceo, mentre un altro grandissimo come Umberto Eco lo considerava il più bel romanzo “mal scritto” di tutti i tempi. Quando l’opera scatenò un così forte interesse da parte dei fans del Journal des Debat, che questi non vedevano l’ora dell’uscita settimanale per scoprire come proseguiva la storia. Per capire la portata dell’evento, basti pensare che i battellieri della Senna scioperarono per protestare contro la mancata uscita di un numero della rivista di cui sopra, mentre Thoefile Gautier, scrisse che i malati aspettavano l’ultimo episodio del Conte per morire. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ALEXANDRE DUMAS, I LUOGHI DOVE E’ AMBIENTATO IL CONTE DI MONTECRISTO

Il grande Alexandre Dumas, scrittore francese celebrato oggi da Google, è ricordato in particolare per la sua opera il Conte di Montecristo. Molti conoscono la storia, ma magari non sanno dove la stessa è ambientata, a cominciare ovviamente dalla famosa Isola di Montecristo, che come ricordano i colleghi di Siviaggia.it, è situata nell’arcipelago Toscano, nel mar Mediterraneo (vicino alla Francia). E’ sull’isola che Edmond si reca dopo essere stato informato circa un tesoro sepolto, individuato poi dallo stesso sotto l’altare del Monastero di San Mamiliano. Il secondo luogo menzionato dall’opera è invece il castello francese Chateau d’If, situato al largo di Marsiglia, nel Sud della Francia. Montecristo è visitabile da una decina d’anni a questa parte, ma ci sono solamente 1000 pass disponibili al giorno di cui 600 destinati agli studenti, mentre il castello (situato su un’isola in stile Alcatraz) è visitabile tutto l’anno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ALEXANDRE DUMAS, CITATO DA TARANTINO IN UNA STORICA SCENA DI DJANGO UNCHAINED

Fra i tanti aneddoti legati alla figura di Alexandre Dumas ve ne è anche uno recentissimo: l’artista francese è stato infatti citato nel capolavoro di Quentin Tarantino, Django Unchained. La scena veniva ricordata da aeschlea.blogspot nel 2014, e vede come protagonista il dottor King Schultz, interpretato dall’immenso Christoph Waltz, rivelare allo schiavista Calvin J. Candie (il premio Oscar Leonardo Dicaprio), che uno dei suoi autori più amati, appunto Alexandre Dumas, era nero. Una notizia che di fatto sciocca il buon Leo, convinto che le persone di colore fossero brave solamente a lavorare la terra e per i combattimenti che lo stesso organizzava. Ed in effetti, come vi abbiamo già spiegato nel focus qui sotto, Dumas aveva realmente origini africane in quanto il padre era nato a Santo Domingo dall’unione fra una schiava africana e un marchese. Così come molte altre persone di origini africana che vivevano in Europa, lo scrittore fu discriminato molte volte, ma il geniale francese aveva sempre la battuta pronta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ALEXANDRE DUMAS, FIGLIO DI UN GENERALE MULATTO: “MIO PADRE ERA UN CREOLO”

L’autore francese Alexandre Dumas aveva un padre mulatto, il noto generale Thomas Alexandre Davy de La Pailleterie, che combatté al fianco di Napoleone durante la Rivoluzione d’oltralpe. Essendo in conflitto con il proprio padre, decise di assumere il cognome della madre, divenendo appunto Dumas. Il papà dell’artista celebrato quest’oggi da Google era un mulatto (in battaglia era soprannominato il Diavolo Nero sia per il colore della sua pelle nonché per il coraggio), in quanto sua madre era una schiava di etnia africana originaria di Haiti, detta comunemente la femme du mas (‘la donna della masseria’). Di conseguenza l’autore ha un quarto di ascendenza afro-caraibica. Parlando dei suoi cari nell’opera “La famiglia”, Dumas scrisse: “Mio padre era un creolo, suo padre un negro, e suo padre una scimmia; la mia famiglia, mi sembra, è cominciata dove la tua è finita”. Altra curiosità, la stazione della metropolitana di Parigi sulla Linea 2, non lontano dal cimitero dove è sepolto Jim Morrison, è intitolata a Dumas dal 1970, mentre prima si chiamava Bagnolet. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ALEXANDRE DUMAS, CHI È? L’AMICIZIA CON GIUSEPPE GARIBALDI

Descrivere Alexandre Dumas in poche righe è decisamente riduttivo, tenendo conto della vastità delle sue opere e dell’enormità della sua vita. Scrittore, drammaturgo, genio, e chi più ne ha più ne metta, Dumas ha vissuto una vita al limite, spinto dalla sua creatività, curiosità e quel pizzico di follia che non guasta mai. Vi basti pensare che nel 1860 decise di realizzare “Il grande viaggio di Ulisse”, iniziando una crociera nel mar Mediterraneo; saputo però che Giuseppe Garibaldi era partito per la nota “Spedizione dei mille”, lo raggiunse, e nel contempo gli portò armi, munizioni e le famose giubbe rosse. Al fianco di Garibaldi assistette alla nota battaglia di Calatafimi, descritta ne “I garibaldini”, ma anche all’ingresso in quel di Napoli. Dumas è stato anche membro della Massoneria nella Loggia napoletana “Fede italica” e venne poi nominato dal generale italiano “Direttore degli scavi e dei musei” di Napoli, carica ricoperta per tre anni, dal 1861 al 1864, fino a che decise di fare ritorno a Parigi; nello stesso periodo, inoltre, fondò il giornale garibaldino L’Indipendente, in stampa fino al 1876 (a capo della redazione vi era Eugenio Torelli Viollier, il futuro fondatore del Corriere della Sera). (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ALEXANDRE DUMAS, CHI È, NON SOLO I MOSCHETTIERI E IL CONTE DI MONTECRISTO, MA…

Per celebrare Alexandre Dumas non basta un semplice doodle, per questo Google ha realizzato uno “slideshow” che appare oggi nel celebre motore di ricerca. La scelta della data è tutt’altro che casuale: in questo giorno, ma nel 1884, il giornale parigino Les Journal des Débats pubblicò la prima “puntata” del romanzo “Il Conte di Montecristo” apparso in serie fino al 1886. Quindi, per l’occasione il colosso di Mountain View ha pensato di creare una versione abbreviata di quello che è senza dubbio uno dei romanzi più famosi dell’autore francese, uno dei più venerati scrittori del XIX secolo. Maestro del romanzo storico, oltre che del teatro romantico, non è famoso solo per il capolavoro sopraccitato, ma anche per la trilogia dei moschettieriadattamenti cinematografici e televisivi. Il romanzo d’appendice (o feuilleton), pubblicato a puntate sui giornali può essere considerato il precursore del racconto popolare a puntate per radio o televisione.

ALEXANDRE DUMAS, PRIMA DRAMMATURGO

Noto come romanziere, in realtà Alexandre Dumas ottenne il suo primo grande successo come drammaturgo. “Enrico III e la sua corte”, ad esempio, fu il primo grande dramma storico romantico: precedette il più famoso Hernanj di Victor Hugo. Il dramma di Dumas però ottenne un successo enorme, infatti diede una svolta alla sua carriera. L’anno dopo ebbe infatti 50 rappresentazioni, un numero importante per l’epoca. Ma il Dumas drammaturgo ebbe successo anche con “Antony”, che è invece considerato il primo dramma non storico romantico. “Kean” fa parte tuttora del repertorio di molti attori teatrali: Vittorio Gassman, ad esempio, ne fornì una straordinaria interpretazione. Eppure, come scrittore è considerato spesso di secondo ordine, nonostante sia tra i più grandi autori francesi di tutti i tempi, per uno stile in prosa caratterizzato da periodi lunghi e ridondanti, con frequenti ripetizioni. Ma tutto ciò non ha mai compromesso la scorrevolezza dei suoi testi, infatti le sue opere continuano ad entusiasmare i lettori di tutto il mondo.

ALEXANDRE DUMAS, IL SUCCESSO E GLI ECCESSI

Alexandre Dumas, a cui spesso si aggiunge “padre” per distinguerlo dal figlio omonimo anche lui famoso, seppe disegnare l’immagine della Francia nell’epoca romantica con le sue opere. Nato il 24 luglio 1802 da un soldato semplice figlio di un marchese e da una schiava nera di Santo Domingo, venne mandato a Parigi dopo la morte del padre per intraprendere gli studi di legge. Qui nacque nel 1824 il figlio, frutto di una relazione con una vicina di pianerottolo. Furono gli anni in cui si fece notare per le sue opere teatrali, poi si spostò verso il romanzo storico. Col successo Alexandre Dumas cominciò a condurre una vita al di sopra delle sue possibilità economiche, piena di eccessi. Rovinato dai debiti, dovette vendere all’asta il suo castello e scappare in Belgio visto che era cercato da oltre 150 creditori. Una volta risolti i suoi problemi finanziari, nel 1854 tornò a Parigi. Visse tre anni a Napoli dove fu direttore degli scavi e dei musei, incarico che poi lasciò per il malumore dei napoletani che non tolleravano che uno straniero ricoprisse una carica così prestigiosa. Rimasto semiparalizzato per una malattia vascolare, nel 1870 si trasferì dal figlio dove poi morì.