Alfonso Di Nicola nella vita ha “scelto di fare il bene”. Lo ha affermato lui stesso, ospite della trasmissione Finalmente Domenica in onda su Tv2000. Attraverso il suo progetto “Sempre Persona” presta assistenza ai carcerati e alle loro famiglie. Il primo contatto di Alfonso Di Nicola con l’ambiente carcerario avviene quando è ancora piccolo e il padre viene incarcerato ingiustamente: “avevamo un terreno del demanio a nostra disposizione, per motivi che non sapevamo ce lo volevano togliere” ha raccontato. E quando andò a trovare il padre in carcere per la prima volta, rimase profondamente impressionato dalle manette ai suoi polsi: “mio padre era buono e questo mi ha fatto soffrire, piangevamo tutti. Poi l’hanno portato via e siamo rimasti soli. È rimasto un carcere un mesetto, ma l’episodio mi ha segnato tutta la vita”.



Alfonso Di Nicola entra in contatto con il Movimento dei Focolari e poi segue un corso di volontariato che gli permetterà di entrare per la prima volta nel carcere di Rebibbia, a Roma. “Una volta ho aspettato dalle 10 del mattino alle 2 del pomeriggio per avere il permesso di entrare in carcere e da lì è iniziata un’avventura meravigliosa” confessa a Finalmente Domenica.



Alfonso Di Nicola, “facendo contente le famiglie rendevo felici anche i detenuti in carcere”

La missione di Alfonso di Nicola è vedere l’umanità nei carcerati, spesso emarginati e rifiutati dalla società in cui tentato di reinserirsi una volta scontata la loro pena: “mi chiedevano di andargli a trovare la moglie con i bambini, portandogli qualcosa perché loro erano disgraziati e non potevano – racconta Alfonso Di Nicola – Io non avevo niente, ho rimediato qualcosa, ho fatto un pacchetto e andavo dalle famiglie. Erano felicissimi, vedevo la loro felicità e facendo contenti loro facevo contenti anche i detenuti in carcere”.



A Finalmente Domenica, su Tv2000, rammenta anche di quando è riuscito a cambiare le persone che all’interno dell’ambiente carcerario: “a un certo momento ho conosciuto un ragazzo che ha capito che mettendo in pratica il Vangelo la vita diventava interessante, diventava bella facendo il bene. Lui l’ha capito da solo. Portava da mangiare nei vari reparti, si è messo a fare piccoli gesti di bene e tutti hanno iniziato a volergli bene”.

Alfonso Di Nicola, “io sapevo di dover amare, avrebbe giudicato Dio”

Alfonso Di Nicola paragona i carcerati a Gesù, che fu trattato allo stesso modo quando fu posto sulla croce, spiegando di aver sempre cercato “di trovare il modo di fare felice Gesù anche attraverso delle persone che mi facevano paura. Cercavo di fare una piccola cosa che facesse loro piacere. Anche se non potevo fare di più lo facevo contento, e sapevo di fare contento Gesù”. Alle vittime dice che “bisogna amare, perché facendo il bene Dio ci illumina e ci fa capire tante cose che rimangono oscure dentro di noi. Trovandomi anche a parlare con persone che hanno commesse violenze davvero brutte, io sapevo di dover amare e che li avrebbe giudicati soltanto Iddio”.

E ammette che “quando mi trovo davanti una persona”, anche se ha commesso i delitti più atroci “io sento che c’è qualcuno che ha creato tutto e che è molto più intelligente di me, mi ha detto ‘quel prossimo lì devi volergli bene’. Magari non è mai stato amato da nessuno e io gli devo volere bene più degli altri”. Alfonso Di Nicola ribadisce con forza che “fare il bene è la cosa più importante e per farlo bisogna prendere del tempo da dedicarci. Il bene ci fa stare bene, non sono i soldi. La vita cambia se prendi del tempo per fare del bene. Il Papa ci diceva di trasformare il deserto in foresta e noi ci stiamo provando”.