Alfonso Sabella, noto magistrato anti mafia, è stato intervistato stamane da Mattino5 per parlare dell’arresto di Messina Denaro e degli ultimi ritrovamenti nei suoi covi. “Sui gadget del padrino anche Leoluca Bagarella si era fatto montare sotto il filmato di nozze la colonna sonora del Padrino e nell’ultimo periodo si faceva chiamare Don Vito. Credo che Messina Denaro abbia accumulato un patrimonio consistente e poi abbia una certa propensione alle opere d’arte da utilizzare come armi per trattare l’abbiamo accertata. Adesso stiamo mostrando ciò che in qualche modo fa notizia, se avesse avuto l’almanacco di Padre Pio o di Madre Teresa di Calcutta…”.



“Stiamo parlando di Hitler, Putin – ha proseguito Alfonso Sabella – il cui fascino del male inteso come fascino del potere è abbastanza diffuso. Del resto lo scopo di Cosa Nostra è ottenere potere e denaro, li chiamiamo uomini d’onore ma di onore forse non ne hanno un briciolo. Il fatto che lui si ispirasse dalle biografie di grandi dittatori, degli anti Cristo moderni, probabilmente non ci stupisce”.



ALFONSO SABELLA SU MATTEO MESSINA DENARO: “LO CONFERMO, NON E’ IL CAPO DI COSA NOSTRA”

Sabella ha quindi ribadito la sua idea secondo cui Matteo Messina Denaro non era il capo di Cosa Nostra: “Confermo ciò che ho detto, Messina Denaro è probabilmente il nome più prestigioso in seno a Cosa Nostra ma come potere reale esercitato penso che dopo Bagarella e Brusca, 1995-1996, fino alla cattura di Vito Vitale del 1998, avesse fatto un passo indietro nel momento in cui non ha raccolto il testimone dello stragismo corleonese, limitandosi al territorio di Trapani. E’ stata la sua strategia vincente, non si è esposto, ha accumulato ricchezze inimmaginabili ed è rimasto latitante per 30 anni. Ha deciso di non attaccare lo Stato ma di convivere e se necessario di comprarselo. Ma non era il capo di Costa Nostra e io ne sono assolutamente convinto. Al vertice ci sono i palermitani dopo il periodo corleonese”.



Quindi Sabella ha concluso: “Certamente Cosa Nostra oggi non è quella degli anni ’90, la più pericolosa al mondo, oggi viene dopo ‘ndrangheta e Camorra. Cosa Nostra ha fatto un ritorno alle origini, attualmente non ha questo straordinario potere che aveva, rimane comunque ugualmente pericolosa e inoltre ci ha abituato di avere sempre grandi capacità di metabolizzazione dei grandi arresti. Il quadrilatero dove si muoveva Messina Denaro non era controllato dallo Stato e fino a quando non supereremo questo problema noi ci dovremo sempre confrontare con queste situazioni”.