Alfonso Signorini, la cui intervista è stata riproposta nel corso di “Verissimo Story”, trasmissione di Silvia Toffanin andata in onda nel pomeriggio di domenica 15 maggio 2022, ha parlato di Paolo Galimberti, suo compagno da diciannove anni: “Noi ci rispettiamo molto, poi abbiamo due vite molto parallele, con grande autonomia da parte di entrambi. Abbiamo le nostre case, ma la qualità del tempo speso insieme fa la differenza”.



Galimberti è stato vicino al presentatore del Grande Fratello Vip quando quest’ultimo ha avuto il Coronavirus: “Voleva addirittura venire a mangiare da me, ma io mi sono opposto. Allora lui, sapendo che io temevo l’arrivo della notte, mi aveva addirittura proposto di venire a dormire nel mio garage, di modo che io sapessi che, se avessi avuto bisogno, lui sarebbe stato subito lì, pronto ad aiutarmi”. Alfonso Signorini ha poi ripercorso il suo rapporto speciale con la mamma: “La sento molto, anche se sono 9 anni che non c’è più. Quando faccio colazione, dato che lei era amante dei cuori di tutti i tipi, metto lo zucchero nel caffè e capita che si formi un cuore. Tante volte quando ero giovane mi chiamava al telefono e non rispondevo, perché non avevo voglia: adesso vorrei risponderle, ma non posso più farlo”.



ALFONSO SIGNORINI: “MIO PADRE FECE 13, MA VINCEMMO SOLO 11MILA LIRE”

Nel prosieguo di “Verissimo Story”, Alfonso Signorini ha rivelato un episodio curioso: “Un giorno mio papà tornò bianco come un lenzuolo a casa dicendo che avevamo fatto 13 alla schedina e quattro 12. Ai tempi c’era un numero che si faceva per sapere quanti soldi erano stati vinti. Era l’Italia dei rapimenti e io già mi immaginavo una vita sotto protezione. Il giorno dopo, si scoprì che si era trattato del 13 più vinto dagli italiani e aveva fruttato appena 11mila lire”.

A sua mamma Alfonso Signorini si è riavvicinato molto a un certo punto della sua vita e, tra una lacrima trattenuta e un ricordo, ha svelato al pubblico di “Verissimo” le emozioni dell‘ultimo pranzo trascorso insieme in una trattoria di Cormano: “Io le avevo messo il cappotto, che ormai la conteneva almeno dieci volte, dato che era diventata uno scricciolo ormai…”. Pranzarono nel locale, “lei si sforzava di mangiare anche se non se la sentiva tanto e poi le feci bere un bicchiere di vino. Parlammo della nostra vita, ero tanto contento. La riaccompagnai a casa e ci ringraziammo a vicenda, perché eravamo stati molto bene insieme. Dopo un po’ mi chiama la signora che la seguiva e mi dice: ‘Sa, dottore, la mamma è stata tanto male’. Non poteva mangiare e bere niente nelle sue condizioni, ma l’ha vista felice e non ha voluto rovinare questa giornata”.