La strana morte di Alfredo Cappelletti: sarà questo l’argomento al centro della nuova puntata di Un giorno in pretura, in onda questa domenica 15 dicembre su Rai3 a partire dalle ore 20.30. Alfredo, un imprenditore milanese nel settore della formazione, a 49 anni avrebbe deciso di farla finita. Inizia così quello che per molto tempo rimase un vero e proprio cold case prima di giungere all’incredibile svolta. Era la mattina del 13 settembre 1998 quando la figlia di Cappelletti, Elisabetta, preoccupata dal prolungato silenzio del padre decide di recarsi nell’ufficio della Innova Skills in via Malpighi a Milano. Non è da sola; con lei anche il socio ed amico del padre, il giornalista Alessandro Cozzi. Quest’ultimo è il primo ad affacciarsi nell’ufficio dell’imprenditore e ad uscirne prontamente urlando, rivolgendosi alla donna, “L’ha fatto!”. Alfredo Cappelletti viene trovato senza vita, supino, con un coltello stretto in mano ed una profonda ferita all’altezza del cuore. Secondo l’amico Cozzi,  l’uomo avrebbe deciso di suicidarsi rendendo concreto questo suo intento. Sin da subito i poliziotti giunti sul posto non hanno potuto non notare il forte coinvolgimento di Cozzi, ma sono comunque numerosi i particolari che salgono prontamente alla loro attenzione.



ALFREDO CAPPELLETTI, LA SUA “STRANA” MORTE

Alfredo Cappelletti aveva iniziato una nuova relazione ed era in procinto di separarsi dalla moglie. Nulla, insomma, lasciava presagire ad un suicidio imminente, a partire da alcune azioni compiute poco prima della sua morte come ad esempio andare dal barbiere, fare il pieno all’auto e prenotare un viaggio. Ma questi non sono gli unici elementi che smentirebbero questa tesi iniziale sollevata da Cozzi. Il pugnale usato, ad esempio, era in mano al cadavere e non conficcato nel petto. Anche la macchia di sangue non coinciderebbe con la ferita, lasciando intendere lo spostamento del corpo al fine di depistare le indagini. Nonostante la richiesta della squadra mobile di intercettare i telefoni delle persone vicine alla vittima, tra cui l’amico-conduttore Cozzi, questa non arriva poichè il pm non avrebbe mai inviato la richiesta al giudice. La vicenda sembra destinata ad essere considerata un mero suicidio ma nel 2011 il caso torna al centro della cronaca nazionale in seguito ad un altro delitto, quello di Ettore Vitiello. Ad unire le due morti è la figura di Alessandro Cozzi, socio in affari di entrambe le vittime. Con Vitiello avrebbe avuto anche un debito di 17 mila euro. Messo alle strette il conduttore confessa il delitto di Vitiello invocando la legittima difesa, smentita però dalla ferocia evidenziata sul corpo della seconda vittima. Ben presto però anche il “suicidio” di Cappelletti si trasforma in omicidio volontario con un movente molto vicino a quello che ha portato al delitto di Vitiello.



PROCESSO AD ALESSANDRO COZZI

Secondo quanto emerse dalle indagini, Alessandro Cozzi aveva sottratto denaro anche alla Innova Skills di Alfredo Cappelletti per poi dirottare importanti somme verso il suo conto. Il caso Cappelletti, archiviato come suicidio, dunque, fu riaperto ufficialmente nel 2016. Nel processo per la morte dell’imprenditore, in primo grado nel luglio del 2017 Alessandro Cozzi fu condannato all’ergastolo, pena poi ridotta in secondo grado nel febbraio scorso quando il conduttore fu condannato a 24 anni di reclusione, con l’esclusione dell’aggravante della premeditazione. “Meglio di un’assoluzione”, era stato il primo commento della moglie della vittima, come riferisce Fanpage nell’edizione milanese. Lo scorso luglio sono state rese note le motivazioni della sentenza d’Appello nelle quali la Corte spiega perchè non ha riconosciuto all’imputato l’aggravante della premeditazione, riducendo così la pena. A detta dei giudici, non è provato “oltre ogni ragionevole dubbio” che l’ex conduttore televisivo Alessandro Cozzi abbia premeditato l’omicidio dell’imprenditore Alfredo Cappelletti. Anche i “comportamenti tenuti dopo il fatto” da parte del conduttore per i giudici “non appaiono preventivati e compiuti secondo un preciso e ben ponderato programma”.

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