L’ANTITERRORISMO “APRE” A COSPITO: “SI ALLA REVOCA DEL 41BIS”

Dopo mesi di battaglia legale e mediatica, Alfredo Cospito vede aprirsi uno spiraglio nella sua richiesta di revoca del regime di carcere duro “41bis”. È l’intervento della Direzione Nazionale Antiterrorismo e Antimafia (DNA) a spezzare una lancia in favore del leader degli anarcoinsurrezionalisti, rimbalzato agli onori della cronaca per il suo lungo sciopero del cibo solido che lo ha portato anche al ricovero presso l’ospedale San Paolo di Milano.



«La Direzione Antiterrorismo ha chiesto davanti tribunale di Sorveglianza di Roma la revoca del 41bis»: a farlo sapere l’avvocato di Cospito dopo la richiesta avanzata ancora negli scorsi mesi, a seguito della sentenza in Appello che a giugno cancellò l’ergastolo condannando l’anarchico a 23 anni (per la bomba contro la caserma dei carabinieri). Nella memoria depositata dagli avvocati Flavio Rossi, Albertini Rossi e Margherita Pelazza si sottolinea come sia «cambiata la condizione di Alfredo Cospito» anche in considerazione della sentenza della Consulta che lo scorso aprile aveva dichiarato la prevalenza delle attenuanti nei confronti della recidiva per i reati per i quali è previsto l’ergastolo. Il presupposto applicativo del regime cautelare del 41 bis, adottato nei confronti di Alfredo Cospito, si legge nella memoria difensiva accolta dalla DNA, «è stato espressamente individuato nella necessità di interrompere l’attività comunicativa dello stesso, al fine di sanzionare l’istigazione ravvisata nel suo contenuto». Ebbene, per due volte il tribunale del riesame ha escluso che le esternazioni del Cospito siano «idonee a istigare», ovvero che le stesse «rappresentino indicazioni idonee ad indirizzare i soggetti presenti all’esterno a determinarsi a specifiche condotte criminose, ritenendo al contrario che le medesime si sostanzino nella manifestazione del pensiero politico del suo autore».



ATTESA NUOVA SENTENZA SU ALFREDO COSPITO: ECCO COSA PUÒ SUCCEDERE

Tutti questi fatti dunque rappresentano per gli avvocati di Cospito un «indubbio e scardinante elemento di novità che doveva necessariamente condurre il ministro ad una rivisitazione urgente e non differibile del regime differenziato in esecuzione». La scelta del Ministro Nordio, sentito tutti i pareri della magistratura, è sempre stata quella di confermare il regime 41bis per un criminale anarchico che nel 2006 piazzò due ordigni esplosivi fuori da una caserma di Cuneo. La memoria difensiva è stata presentata davanti al Tribunale di Sorveglianza che è chiamato a dare nei prossimi giorni una sentenza definitiva in merito, dopo il rigetto del Ministero di Giustizia.



Nel reclamo, presentato davanti ai giudici di via Triboniano, la linea difensiva di Alfredo Cospito sottolinea come «risulta incontestabile l’illegittimità del silenzio rifiuto serbato dal ministro rispetto agli elementi di novità addotti dalla difesa nell’ambito della valutazione in alcun modo politica, bensì squisitamente giuridica allo stesso demandata dal momento che non si rinvengono più gli elementi normativamente richiesti per il mantenimento del regime differenziato a carico dell’anarchico». Dopo il parere della Direzione Antiterrorismo e in seguito alla lunga trafila giudiziaria dei vari ricorsi presenti da Cospito, ora il Tribunale si riserva di decidere per dare sentenza entro i prossimi giorni.