COSPITO RITORNA IN OSPEDALE SAN PAOLO A MILANO: ECCO PERCHÈ

È durata una settimana e poco più la permanenza di Alfredo Cospito nel carcere di Opera, alle porte di Milano: il leader anarchico insurrezionalista questo pomeriggio è stato nuovamente trasferito all’interno del reparto di penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano su strette indicazioni dei medici del centro clinico carcerario. Secondo quanto rivelato da fonti del Dap all’Agenzia ANSA, il nuovo trasferimento del condannato – in sciopero della fame dallo scorso 20 ottobre contro il regime del 41bis (assegnatogli dalla Ministra della Giustizia Cartabia nel maggio 2022, ndr) – si è reso necessario «in quanto l’esponente della Fai, dopo il rigetto da parte della Cassazione della richiesta di revoca del 41 bis, ha sospeso l’assunzione di integratori».



Già lo scorso 11 febbraio, pochi giorni dopo il trasferimento dalla Sardegna a Opera per condizioni di salute peggiorate, Alfredo Cospito era stato mandato nel reparto specializzato all’interno dell’ospedale a Milano Sud per valori calati improvvisamente dopo il perdurare di alimentazione ridotta (acqua, sale, zucchero e caffè). Ora però, dopo la bocciatura della Corte di Cassazione al ricorso contro il 41bis di Cospito, il detenuto al 41bis ha sospeso nuovamente l’assunzione di integratori. Secondo quanto appreso da fonti penitenziarie, il trasferimento di Cospito è in una struttura più adeguata rispetto al centro SAI (Servizio di assistenza integrata) di Opera per poter consentire esami medici approfonditi dopo alcuni valori “anomali”.



ALFREDO COSPITO: LA SITUAZIONE E I RICORSI ALLA GIUSTIZIA UE

Dopo il weekend che ha visto devastare la città di Torino da diverse manifestazioni degli anarchici in protesta contro la «tortura di Stato del 41bis contro Alfredo Cospito» (l’accusa partorita dalla galassia di anarchici-insurrezionalisti) ecco una nuova svolta sul fronte giudiziario-sanitario per il condannato terrorista anarchico. Sabato il medico personale Marco Crosignani ha dichiarato di averlo trovato «molto affaticato» in quanto aveva sospeso nuovamente l’assunzione di potassio e altri integratori che invece gli avevano migliorato le condizioni in vista della sentenza del 24 febbraio in Cassazione.



Oggi pomeriggio dopo la consueta visita nel carcere di Opera, l’avvocato di Cospito Flavio Rossi Albertini aveva commentato «Bisogna vedere come evolveranno i valori del potassio. I prossimi giorni saranno importanti». L’attesa ora è tutta per l’evoluzione medica e sanitaria di un detenuto che scientemente da mesi ha ormai intrapreso lo “sciopero della fame” contro il regime di carcere duro comminatogli poco più di un anno fa. «Sono pronto a morire per far capire al mondo cosa sia veramente 41 bis, mentre 750 persone lo subiscono nel silenzio», attaccava in una lettera recente recapitata al suo avvocato lo stesso Cospito, «Sono convito che la mia morte porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41 bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto. Amo la vita, sono un uomo felice non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. È proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza». Nei prossimi giorni dovrebbe giungere anche l’esito del ricorso alla Corte CEDU, come auspicato dal suo legale: «Riteniamo vi siano diversi profili che possano essere oggetto di ricorso alla Corte europea dei diritti umani. È una strada da intraprendere doverosamente».