L’Algeria sta negoziando con tutti i suoi clienti per rivedere i prezzi del gas: la notizia viene riportata dall’agenzia di stampa internazionale “Reuters” e in essa viene citato quanto dichiarato domenica ai giornalisti dall’amministratore delegato del produttore statale di petrolio e gas Sonatrach, Tewfik Hakkar. “Sonatrach – ha spiegato – ha deciso di attivare la clausola di revisione dei prezzi alla luce del forte aumento delle quotazioni del gas a livello internazionale. La revisione dei prezzi non è rivolta a una singola società o a un singolo Paese”.



Hekkar ha poi tenuto a precisare che con tre partner europei è stato già raggiunto un accordo, mentre con gli altri le trattative sono in corso. E l’Italia? Per nostra fortuna, il nostro Stato non rientra nel novero di quelli che sono chiamati a rinegoziare le tariffe, in quanto ha giocato d’anticipo per garantirsi i nuovi approvvigionamenti (i contratti che legano Sonatrach a Eni saranno validi sino al 2027). Infatti, come ricorda “Il Giornale”, “lo scorso aprile l’Eni – su indicazione del governo – aveva chiuso un accordo con Sonatrach per incrementare le forniture di gas algerino e ridurre la dipendenza da quello russo. Con quella firma, l’Algeria è diventata il primo fornitore di gas dell’Italia”.



L’ALGERIA AUMENTA IL PREZZO DEL GAS AI SUCOI CLIENTI, L’ITALIA NE ESCE INDENNE

Gli accordi siglati ad aprile tra Italia e Algeria prevedevano volumi crescenti di gas a partire dal 2022, per arrivare a 9 miliardi di metri cubi aggiuntivi all’anno entro il 2023-24 mediante il gasdotto Transmed. Tuttavia, a maggio l’intesa si è ulteriormente rafforzata e “Il Giornale” evidenzia che “con l’accordo di Roma Eni è impegnata nello sviluppo di alcuni nuovi giacimenti di gas scoperti da Sonatrach in Algeria, che garantiranno in prospettiva ulteriori 3 miliardi di metri cubi all’Italia. Il peso delle forniture algerine lo si vede già nei dati giornalieri: lo scorso sabato ne sono entrati 54 milioni di metri cubi, contro i circa 30 di gas russo”.



L’Algeria, membro Opec, produce quotidianamente oltre un milione di barili di greggio e la sua economia è legata al 90% agli idrocarburi, sebbene il presidente Abdelmadjid Tebboune abbia in agenda un percorso di diversificazione dell’economia.