Il cofondatore di Twitter, Jack Dorsey, ha parlato durante il 16esimo Freedom Forum di Oslo, e nell’occasione ha posto l’accento sul libero arbitrio. Secondo lo stesso inventore dello spazio sociale del cinguettio nel 2006, il vero dibattito sui social dovrebbe appunto riguardare il libero arbitrio. Jack Dorsey si dice infatti convinto che le persone siano ormai così dipendenti dai social al punto che gli stessi “stanno effettivamente cambiando e influenzando il libero arbitrio di cui disponiamo”.
Un punto di vista che può essere senza dubbio condivisibile tenendo conto di quante ore molte persone, sia giovani ma anche meno, passino appunto sui social network, arrivando così ad influenzare la propria giornata. “Possiamo resistere quanto vogliamo – ha precisato ancora il manager – ma ci conoscono meglio di quanto noi ci conosciamo, perché gli diciamo sempre le nostre preferenze in modo implicito ed esplicito, e sembra davvero pericoloso”.
JACK DORSEY E LE PREOCCUPAZIONI PER GLI ALGORITMI SOCIAL: “NOI SIAMO PROGRAMMATI”
Il riferimento è ovviamente agli algoritmi dei social, il sistema di funzionamento degli stessi, che apprende le nostre abitudini e i nostri apprezzamenti, modellandoci quindi lo stesso spazio sociale su tali indicazioni. In origine questi strumenti via web erano stati pensati con nobili ideali, quindi come dei modelli open source che tutti avrebbero potuto modificare e studiare, ma ad oggi sembrano di più una “scatola nera” in quanto risultano essere imprevedibili.
“Noi siamo programmati – precisa ancora Dorsey – veniamo programmati in base a ciò che ci interessa e, attraverso questi meccanismi di “scoperta”, ci viene detto cosa è interessante e, mentre siamo coinvolti e interagiamo con questo contenuto, l’algoritmo continua a costruire sempre più questo pregiudizio”. Grazie anche agli algoritmi le famose big tech sono cresciute in quanto a potenza e fatturato, riuscendo a massimizzare al meglio l’engagement dei consumatori. Come porre freno quindi a questa avanzata “minacciosa”? Secondo Jack Dorsey bisognerebbe creare un mercato di algoritmi di modo che sia l’utente a scegliere quello di cui si fida di più.
JACK DORSEY E LE PREOCCUPAZIONI PER GLI ALGORITMI SOCIAL: ELON MUSK GLI DÀ RAGIONE
Una visione innovativa che sembra sia stata apprezzata da molti, a cominciare da Elon Musk, numero uno di X (ex Twitter) nonché di Tesla e SpaceX. «Si, Jack ha ragione» ha spiegato il geniale imprenditore di origini sudafricane sulla sua pagina X (proprio da Dorsey ha acquistato l’ex Twitter per 44 miliardi di dollari nel 2022). A complicare la situazione, ha concluso Dorsey, è l’intelligenza artificiale, che secondo lo stesso rischia di influenzare persino il nostro subconscio.
L’imprenditore ha infatti ricordato che cinque aziende stanno costruendo degli strumenti da cui diventeremo tutti “completamente dipendenti”, con riferimento a OpenAi di Microsoft, manche Deepmind di Alphabet o Anthropic, sostenuta finanziariamente da Amazon. “Poiché sono così complicati, non abbiamo idea di come verificarne la correttezza o il funzionamento o cosa stanno effettivamente facendo”, ha concluso. Che dire, uno spunto senza dubbio di riflessione e per certi versi inquietante quello offerto da Dorsey.