Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha dato l’ok anche in Italia all’utilizzo dell’algoritmo anti-evasione. Il software, come riportato del Corriere della Sera, nei mesi scorsi è stato già sperimentato in Francia ed è stato utile a dare la caccia ai furbetti. Come funziona? Il ruolo dell’intelligenza artificiale nel settore del fisco è quello di incrociare automaticamente i dati relativi a conti correnti, carte di credito, beni immobiliari, quote societarie e tanto altro.

Con Vera (il nome del software, che sta per Verifica dei rapporti finanziari) si potranno dunque in pochi attimi evidenziare quali sono le eventuali discrepanze tra le informazioni riportate nelle dichiarazioni dei redditi e le rilevazioni reali. L’obiettivo, in questo modo, è di permettere all’esecutivo di trovare facilmente il maggior numero di potenziali evasori o di evasori conclamati, in modo da fare un passo avanti nella compliance come previsto negli impegni assunti con l’Europa nell’ambito del Pnrr.

Algoritmo anti-evasione, ok anche in Italia: Daniele Franco ci mette la firma

È per questi motivi dunque che nelle scorse ore il ministro Daniele Franco ha firmato il decreto che permetterà l’utilizzo dell’algoritmo anti-evasione anche in Italia. Prima, a dare l’ok, era stato anche il Garante della Privacy, che ha assicurato che le intere operazioni saranno gestite completamente in anonimato. La fase dell’analisi dei dati, come riportato dal Corriere della Sera, infatti, sarà strutturata in modo tale da non consentire l’identificazione dei singoli soggetti sui quali si procede nei controlli fiscali, soprattutto in virtù del fatto che si tratta di dati sensibili. Nel caso in cui finissero in mani sbagliate, le conseguenze potrebbero essere gravi.

Il software Vera, come assicurano dal Ministero dell’Economia, è comunque altamente sicuro, oltre che preciso. I controlli verranno effettuati in modo certosino. Nonostante ciò, ad ogni modo, ci sarà dietro alla macchina sempre la mente “umana” a vigilare.