Nel corso dell’ultima puntata di Sky Calcio Club, il programma di approfondimento in onda sulla televisione satellitare, Fabio Caressa ha esordito togliendosi qualche sassolino dalla scarpa: “Per anni mi avete preso in giro sull’algoritmo” ha detto, per poi ribadire – in tono scherzoso, aggiungiamo – che si tratta di una grande vittoria e che si riferisce a calcoli aritmetici che portano ad una classifica di Serie A ponderata. Ora: al netto della battuta di Caressa, perché il riferimento all’algoritmo? Semplice, lo ha tirato fuori Gabriele Gravina a Radio 24. Il presidente della FIGC ha spiegato che potrebbe essere un modo per definire la classifica del campionato di Serie A qualora si dovesse andare incontro a un nuovo stop. Nel ventilare l’ipotesi, il dirigente federale ha anche spiegato di cosa si tratti: “E’ un calcolo matematico messo a disposizione per una valutazione che tiene conto delle partite in casa e fuori, dei gol fatti e subiti” per poi dire che sarà utilizzato anche in Inghilterra.



GRAVINA INTRODUCE L’ALGORITMO

Gravina si è detto ottimista sostenendo che il campionato si concluderà, ma bisogna andare incontro a qualunque tipo di ipotesi: una seconda ondata di contagi da Coronavirus lo metterebbe nuovamente a rischio, e infatti si sta ipotizzando anche il ricorso ai playoff. L’algoritmo rappresenterebbe qualcosa di diverso: non si giocherebbe più, ma la graduatoria finale del campionato verrebbe stilata sulla base di quella che è di fatto una simulazione. “E’ un modo per dare un principio di equità alla classifica che deve essere ponderata nel caso di uno stop”. Insomma: lo scudetto, i posti nelle coppe europee e le retrocessioni sarebbero sancite sulla base di calcoli matematici. Come ogni calcolo e algoritmo che si rispettino, anche questi naturalmente devono prendere spunto da alcuni dati che vanno immessi nel sistema. In questo caso quanto è successo in Serie A prima dell’eventuale seconda sosta.



Da una parte, va detto che l’algoritmo avrebbe anche il suo perché: è sicuramente giusto che Juventus, Lazio e Inter partano con un vantaggio netto rispetto a Fiorentina o Torino, per fare un esempio lampante. Il problema è che per valutare questo esiste già la classifica reale: non basterebbe semplicemente prendere in oggetto quella, che è un criterio assolutamente oggettivo al netto delle partite mancanti? Se quelle comunque non si potranno giocare, non si vede – almeno non la vediamo noi, sia chiaro – la praticità di doverle simulare. Sarebbe un criterio migliore? La Juventus per esempio è prima in classifica, ma all’Allianz Stadium ha pareggiato contro il Sassuolo. In che modo l’algoritmo potrebbe tenere conto di eventuali scivoloni? Nessuno ricorda la Roma che perse lo scudetto cadendo in casa contro il Lecce già retrocesso? O la Juventus che nel 2000 affondò sotto il diluvio di Perugia contro una squadra senza obiettivi? L’algoritmo saprebbe prevedere un nubifragio? Certamente no, e allora torniamo a ripetere: perché non prendere in esame la vera classifica, o cancellare tutto?

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