Mehmet Ali Agca ad “Atlantide” per la puntata dedicata all’attentato a Papa Giovanni Paolo II avvenuto il 13 maggio 1981. L’uomo che voleva uccidere Wojtyla è stato intervista da Andrea Purgatori, il quale ha ricostruito il drammatico evento che cambiò la storia della Chiesa e del mondo. Si è recato a Istanbul per parlare con il terrorista turco che sparò tre colpi di pistola quel giorno al Pontefice. «Questo tuo progetto era solo tuo o era condiviso da altri?», una delle domande rivolte da Purgatori, come si evince dal video di anticipazioni diffuso sui social. «Era il mio progetto, è una cosa inspiegabile… È stata una coincidenza incredibile. Io stavo per scappare dal carcere e arrivavo al Papa, non c’è nessuna connessione».



Ma perché ha sparato al Papa? «Quando sono arrivato in Europa non c’era nulla da fare, dovevamo sopravvivere, rapinare qualche banca o qualcosa…», dice al plurale. Poi ammette che con lui c’erano altri fuggitivi e il riferimento è ai Lupi Grigi turchi. «Io avevo anche in programma di uccidere il segretario generale delle Nazioni Unite (Kurt Waldheim, ndr)), poi la Regina Elisabetta d’Inghilterra», ha proseguito Mehmet Ali Agca in uno stralcio dell’intervista che verrà trasmessa oggi.



“MEHMET ALI AGCA? GENIO DEL MALE…”

Mehmet Ali Agca ha ricostruito anche le complicità che gli consentirono di scappare dal carcere dove era detenuto per l’omicidio di un giornalista e ha smentito che con lui in piazza San Pietro vi fossero altri complici. Il 13 maggio sparò a Wojtyla, che era sulla papabile, con l’intento di uccidere il Pontefice, che fortunatamente si salvò. Sono passati oltre quarant’anni da quella tragedia sfiorata, eppure non ci sono certezze su cui armò davvero la mano di Agca, nonostante i processi svolti. Il problema è che il terrorista turco ha cambiato decine di volte versioni dei fatti, confermando e smentendo dettagli e retroscena.



Di certo c’è che a sparare fu lui. Il giudice istruttore Ilario Martella, che seguì le indagini sul caso, all’Agi nei mesi scorsi ha raccontato che i colpi esplosi da Agca furono due, ma ci fu un terzo colpo che sarebbe stato saporato da un complice, immortalato da un fotografo americano mentre lasciava la piazza. «Tutto lasciava presumere che egli fosse espressione di una trama». Lo stesso magistrato ha ammesso che parte della verità è difficile da ricostruire. «La verità resta forse solo nella mente confusa o diabolica di un lupo grigio», che Martella ha definito «il genio del male».