Mehmet Ali Agca torna a parlare di Emanuela Orlandi e a chiedere di essere sentito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta e dal Vaticano per raccontare la verità anche sull’attentato al Papa. Stavolta la richiesta dell’ex terrorista turco arriva tramite i microfoni di Quotidiano Nazionale, rassicurando riguardo le sue intenzioni: afferma, infatti, di avere un solo obiettivo, quello di fare chiarezza sulle due vicende, intrecciate tra loro. Agca torna a ribadire che il piano per uccidere Giovanni Paolo II fu messo a punto dai Paesi comunisti, mentre il sequestro di Emanuela Orlandi fu organizzato da “quella società segreta del Vaticano che si chiama Entità“.
Ali Agca aggiunge che si tratta anche di “uno dei nomi di Satana, dunque anche il mistero di Emanuela Orlandi è totalmente collegato al mistero della Madonna di Fatima che aveva annunciato l’attentato a Papa Giovanni Paolo II“. La sua richiesta di essere sentito non è stata accolta, a detta dell’ex terrorista turco, anche per le pressioni del Vaticano. L’obiettivo sarebbe quello di scongiurare uno scandalo internazionale, dal momento che Vaticano, Usa ed Europa “sono coinvolti nel complotto internazionale della pista bulgara e della scomparsa di Emanuela“.
I RETROSCENA DI ALI AGCA SUL RAPIMENTO
Ali Agca si dice pronto a raccontare la verità e afferma di avere a disposizione documenti che la dimostrano, ma di essere ostacolato da Vaticano, Usa e Italia, che “hanno deciso di lasciare le cose come stanno“. Nell’intervista al Quotidiano Nazionale chiarisce di non sapere esattamente dov’è stata nascosta Emanuela Orlandi, ma sa solo che dopo il rapimento è stata portata in un convento di clausura di un Paese cattolico pienamente a conoscenza di ciò. Inoltre, al papà della ragazza sarebbe stata promessa la liberazione nel giro di pochi mesi, sfumata in seguito ad alcune complicazioni.
L’ex terrorista turco ha provato anche a mettersi in contatto con Papa Francesco tramite “un uomo vicinissimo a lui“, ma non ha avuto alcuna risposta. Inoltre, smentisce di aver dichiarato che la ragazza sia stata portata a Londra, ribadendo che è stata vittima di una operazione “realizzata dai servizi segreti di più Stati in modo perfetto e per questo motivo nessuno riesce a trovare nulla“. Ali Agca, però, è convinto che Bergoglio possa riconsegnare Emanuela Orlandi alla sua famiglia, viva o morta, ma a questa possibilità si opporrebbero, secondo la sua ricostruzione, Entità, Opus Dei e altri settori conservatori del Vaticano, che spingono per far calare il silenzio su questa vicenda.
LA REAZIONE DELLA FAMIGLIA DI EMANUELA ORLANDI
Emanuela Orlandi non sarebbe l’unica rapita da servizi segreti italiani e Entità: a QN ha parlato anche di Vitaly Yurchenko, un dirigente del KGB, rapito con la collaborazione della Cia e portato proprio a Langley col via libera di Casa Bianca e Vaticano. Qui il direttore William Casey gli avrebbe offerto milioni di dollari per puntare il dito contro il Cremlino riguardo l’attentato al Papa, ma rifiutò quell’offerta e tornò a Mosca. Questa vicenda però non è stata usata da Gorbaciov per passare all’attacco, proprio “per non danneggiare i rapporti che si stavano instaurando tra Usa, Unione Sovietica, Vaticano e Europa“.
Non si è fatta attendere la replica della famiglia di Emanuela Orlandi. In particolare, l’avvocato Laura Sgrò ha ribadito che “Ali Agca è del tutto inaffidabile“, ricordando tutte le versioni che ha cambiato negli anni. Il sospetto del legale è che l’ex terrorista turco voglia speculare sul caso. Anche il presidente della Commissione d’inchiesta, Andrea De Priamo, ha chiuso ad Ali Agca, spiegando che può fornire prove e documenti, ma da parte loro non c’è l’intenzione di seguire ogni dichiarazione. Una linea dettata dalla necessità di proteggersi da depilatori e mitomani.