Quella di oggi era una giornata particolarmente per Teheran perché in occasione della tradizionale preghiera del venerdì si è celebrata la commemorazione dell’ex leader di Hezbollah Hassan Nasrallah alla presenza eccezionale – dopo ben 5 anni di assenza dal balcone della moschea Grand Mosalla – dell’ayatollah Ali Khamenei: proprio lui ha voluto ricordare l’eroico amico Nasrallah, ucciso da un raid di Israele poche settimane fa che avrebbe aperto ad una fase sempre più critica della guerra a Gaza che – nel frattempo – si è già spostata al Libano e rischia di diventare regionale con un ormai (quasi) certo intervento dell’Iran.



Patendo proprio dall’ex leader di Hezbollah, Ali Khamenei ne ha parlato come di un “martire” che ha sacrificato la sua vita per perseguire l’obiettivo ultimo di opporsi e combattere al “regime sionista usurpatore e crudele“, tenendo alta la “bandiera della resistenza contro i demoni oppressivi e predatori” che ora deve essere accolta dall’intero popolo musulmano “della Palestina, del Libano, dell’Iraq, dell’Egitto, della Siria e dello Yemen” contro “il nostro nemico comune“.



Ali Khamenei: “Basta alla clemenza con Israele, l’Iran svolgerà il suo dovere”

Il riferimento di Ali Khamenei è – ovviamente – ad Israele accusato di “seminare i semi della divisione e della sedizione” per rompere l’armonia “tra i musulmani” conducendo azioni diverse in paesi diversi: “A volte con la guerra psicologica – ha elencato l’Ayatollah –  a volte con le pressioni economiche, altre con bombe da due tonnellate e a volte con il sorriso”, ma sempre e comunque al solo fine di “attaccare la popolazione musulmana“.



Proprio per questa ragione, secondo Ali Khamenei gli attacchi di Hamas del 7 ottobre “erano un atto legittimo e legale“, esattamente come “la brillante operazione delle nostre forze armate [di] questa settimana” ed esortando i popoli musulmani a “cingere una cintura di difesa” contro il nemico comune ha messo in chiaro che ormai “la pazienza strategica è finita” e visto che “ogni paese, ogni popolo ha il diritto ultimo di difendersi dalla tirannia” Ali Khamenei ha promesso che l’Iran “non si tirerà indietro” dallo svolgere il suo dovere.