Alice Aiello è una delle ginnaste che hanno trovato il coraggio di denunciare gli abusi subìti e le pressioni psicologiche per il suo peso. Dopo anni in cui ha cercato di andare avanti e lasciarsi alle spalle i giorni passati sulla bilancia con l’angoscia di dover perdere ancora peso, l’ex ginnasta ha deciso di raccontare la sua storia sul proprio profilo Instagram. “Ho pensato che quello che ho passato io l’avrebbero potuto passare altre bambine” inizia a rivelare Alice Aiello, “e ho trovato la forza per raccontare anche la mia storia”.



Tutto inizia ad appena 11 anni e mezzo, quando “decisi di trasferirmi a Chieti per realizzare i miei sogni”. Alice Aiello spiega che “pesavo sì e no 30 chili quando mi trasferii lì, ma già dal primo momento, come per prassi, mi fecero salire sulla bilancia. Ho avuto la fortuna di essere stata sempre magra di natura, ma venivo pesata due volte al giorno lo stesso”. Da quel momento, “tutte le mattine avevo l’incubo delle conseguenze che potevano avere quei 100 grammi in più sulla bilancia”. Poi le pressioni che non si limitano solo al peso, ma travolgono ogni aspetto della vita dell’ex ginnasta: “per me era un incubo anche la scuola, per le mie allenatrici doveva essere vietata, non sarei mai diventata una brava ginnasta se continuavo ad andare scuola”. Poi le allenatrici si scagliano anche contro la famiglia.



Alice Aiello, ex ginnasta: “avevo ormoni della crescita totalmente sballati”

Alice Aiello ricorda che “fu l’inizio del mio tormento, ogni giorno, ogni ora mi veniva ricordato che non sarei mai arrivata da nessuna parte se continuavo a frequentare il liceo”. Poi “la frase più carina che i miei genitori si sono dovuti sentire dire è stata ‘le ginnaste dovrebbero essere tutte orfane’”. Un pressione che ha portato il corpo della 14enne Alice Aiello a smettere “di crescere, rimanevo piccola, mentre le altri diventavano sempre più alte”. A quel punto i genitori la portano a controllare: “la lastra al polso indicava che la mia età ossea era rimasta quella di una bambina di 9 anni, quando ne avevo quasi 15, e le analisi per gli ormoni della crescita erano totalmente sballate”.



Da quel momento la decisione di chiedere aiuto alla madre con una lettera, “perché non riuscivo a voce a dire tutto quello che mi stava succedendo”, e la rinascita con l’iscrizione a una nuova palestra, dove la nuova allenatrice “appena mi vide disse ‘devi arrivare almeno a 45 chili prima di iniziare ad allenarti di nuovo’”. E finalmente si sente “serena”. E in un altro post su Instagram spiega che “il sacrificio si sopporta per ciò che si ama, la violenza e l’umiliazione no”.