Alice Brignoli, la foreign fighter italiana moglie del defunto militante dell’Isis Mohamed Koraichi, condannata a 4 anni di carcere. Questo l’esito del processo, svolto con rito abbreviato a Milano, che ha visto la donna imputata con l’accusa di terrorismo internazionale. Lo ha deciso questa mattina la gup di Milano Daniela Cardamone, che ha disposto anche 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Come riportato dall’Ansa, il giudice dell’udienza preliminare ha anche stabilito una provvisionale, immediatamente esecutiva, per ognuno dei quattro figli della donna, assistiti dall’avvocato e curatore speciale Silvia Belloni che ha deciso di costituirsi parte civile nel processo. Proprio il legale ha spiegato dopo la sentenza: “La costituzione di parte civile è stato un gesto di responsabilità nei loro confronti“.



ALICE BRIGNOLI CONDANNATA A 4 ANNI

Il giudice del Tribunale di Milano ha dunque accolto solo parzialmente la richiesta di pena a cinque anni dei pm Francesco Cajani e Alberto Nobili rispetto ad Alice Brignoli, arrestata in Siria a settembre dal Ros dei carabinieri e riportata in Italia assieme ai 4 figli, poi affidati a una comunità. La mamma italiana dell’Isis, detenuta nel carcere di Piacenza, prima della sentenza aveva reso delle dichiarazioni spontanee: “Sono una persona diversa rispetto a come mi descrivono, non ho mai avuto intenzione di fare soffrire i miei figli e vorrei ripartire da capo con loro se mi venisse data la possibilità di farlo“. Brignoli, detta «Aisha» come si faceva chiamare dopo la conversione, viveva in provincia di Lecco prima di partire alla volta della Siria con marito e figli. Lei e il marito – ricorda Il Corriere della Sera – erano tra i sei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di un blitz di Digos e Ros dell’aprile 2016 che portò all’arresto di 4 persone: Abderrahim Moutaharrik, campione di «muay thai» legato allo Stato Islamico e che, intercettato, si diceva disposto a compiere attentati in Vaticano; la moglie Salma Bencharki, Abderrahmane Khachia e Wafa Koraichi, sorella di Mohamed, marito della Brignoli. La difesa della mamma italiana aveva chiesto l’assoluzione perché non sarebbe provata la sua partecipazione all’Isis.

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