“Ho visto un nordafricano accanto alla sua auto“. A parlare in questi termini, secondo quanto riportato da Ore 14, sarebbe il collega di Alice Neri, interrogato in Procura a Modena sulle ultime ore trascorse insieme alla 32enne prima dell’omicidio. L’uomo avrebbe taciuto davanti alle domande relative al motivo e ai contenuti dell’incontro con Alice Neri quella sera, tra il 17 e il 18 novembre, in cui i due avrebbero consumato un aperitivo lungo circa 7 ore prima di salutarsi. La ricostruzione del delitto e degli eventi che lo hanno preceduto appare piuttosto complessa e densa di punti oscuri. Il collega di Alice Neri si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere eccetto per la parte della serata in cui si sarebbe congedato dalla donna per salire sulla propria macchina e partire verso casa.
In quel momento, riferisce ancora Ore 14 citando il verbale di interrogatorio dell’uomo, si sarebbe accorto che un “nordafricano” di cui non avrebbe visto il volto si sarebbe avvicinato alla vettura di Alice Neri intrattenendosi per qualche minuto. Il collega, vedendo che la 32enne restava ferma lì, avrebbe deciso di andar via. Il principale sospettato per la morte di Alice Neri è Mohamed Gaaloul, 29enne tunisino partito all’estero all’indomani del delitto e arrestato pochi giorni fa in Francia. Di ieri la notizia della sua riconsegna all’Italia, con trasferimento previsto entro i prossimi 10 giorni. È lui la persona indicata accanto all’auto della vittima dal collega? Al momento non sarebbero emersi elementi utili a dare una risposta certa. A quanto raccontato dal collega della 32enne, però, si sommerebbe il resoconto di un testimone, presente nel locale in cui si sarebbe consumato il loro aperitivo, che avrebbe visto proprio Gaaloul vicino alla donna prima dell’omicidio.
Alice Neri: l’interrogatorio al collega che ha trascorso con lei le ultime ore
“Il collega di Alice Neri si è rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda antecedente il momento del saluto“. È questa la ricostruzione fatta ieri da Milo Infante a Ore 14 sull’interrogatorio del collega della 32enne, l’uomo che con lei avrebbe trascorso diverse ore prima di lasciarla sola all’esterno di un locale in cui la donna, forse, poi avrebbe incontrato il suo assassino. Le sue parole davanti agli inquirenti avrebbero ricostruito la sua versione sul momento conclusivo della serata, il 18 novembre scorso, prima che Alice Neri morisse. Il cadavere carbonizzato sarebbe stato ritrovato la sera successiva, nel bagagliaio della sua auto, in una zona di campagna a Fossa di Concordia. Un luogo che, secondo una donna, l’indagato numero uno Mohamed Gaaloul conosceva bene.
“Ho visto una sola persona – avrebbe detto il collega di Alice Neri agli inquirenti in sede di interrogatorio, come riportato dal programma di Rai 2 –, probabilmente un nordafricano, che si stava forse fumando una sigaretta, credo fosse a qualche metro dalla macchina di Alice che in quel momento era in moto. Ho aspettato qualche minuto poi, visto che lei non partiva, me ne sono andato. Dico che sembrava nordafricano perché aveva i lineamenti scuri. Era buio e non saprei dire com’era vestito“. Il collega della vittima avrebbe detto inoltre di ricordare soltanto la “presenza di una giacca di colore scuro con cappuccio“.