La redazione di Quarto Grado, in onda su Rete 4, è tornato a parlare del caso di Alice Neri. Venerdì 18 novembre 2022 l’auto della donna veniva data alle fiamme con il suo corpo all’interno. Un omicidio o un suicidio? Subito si pensa alla seconda ipotesi, ma poi le indagini si stringono attorno a Mohamed Gaaloul, 29enne tunisino che sarebbe stato l’ultimo a vedere la donna in vita. Infatti, da alcune telecamere si è giunti alla conclusione che quella notte fosse salito sulla macchina della donna.



Tratto in arresto con l’accusa di omicidio per il caso di Alice Neri, ad incastrare Mohamed ci sarebbero alcune circostanze particolari. Innanzitutto, perché è salito sulla macchina della donna quella sera, un uomo peraltro sposato. Ma anche l’alibi del 29enne, che racconta di essere stato tutta la notte a casa di un cugino, di cui non si ricorda il nome e che, in questi mesi, non si sarebbe fatto avanti per testimoniare a favore del cugino. Infine, i pantaloni che Mohamed indossava la notte dell’omicidio di Alice Neri, e che secondo amici che è andato a trovare, erano sporchi di olio, utilizzato per incendiare l’auto della donna. Gli amici, però, avrebbero ritrattato la versione dicendo di non essere sicuri della data.



Alice Neri: è stato veramente Mohamed?

Il caso di Alice Neri, insomma, dopo quattro mesi appare, insomma, ancora piuttosto sospetto, soprattutto sulla colpevolezza (o innocenza) di Mohamed. I testimoni accusano e poi ritrattano, mentre lui si dice innocente pronto a chiedere un giudizio in appello. Inoltre, non sarebbe ancora chiaro il movente del possibile omicidio. Certi, invece, sono gli inquirenti, che hanno condannato il 29enne all’ergastolo, adducendo come movente “una violenza consumata o un tentativo, per avere la vittima respinto approcci sessuali in origine nemmeno previsti e poi non accettati”.



A Quarto Grado, per parlare di Alice Neri, è stato intervistato suo fratello Matteo. “Non posso sapere se quella notte è andata veramente così”, spiega l’uomo ai microfoni della trasmissione, “e rimango nella posizione di non accusare nessuno. Certo è che ci sono tre giudici che hanno redatto questo verbale e pensare che siano dei totali incompetenti o si siano inventati tutto, è un po’ azzardato”. Sul movente di una possibile violenza nei confronti di Alice Neri, Matteo spiega che “questo [i giudici] lo possono solo ipotizzare, ma solamente perché il diretto interessato continua a non parlare”. Infine, commentando l’ipotesi di un terzo uomo, sostiene che “lo ritengo fumo negli occhi. Se troviamo le prove a carico del principale indagato, non capisco come si possano trovare schiaccianti quelle nei confronti di questo uomo. Smettiamola di trascinare persone che non sanno niente in un caso che è già difficile ed è un omicidio. Questa persona rischia la vita ogni giorno, smettiamo di vessarla. Voi non sapete che clima c’è dentro l’azienda, ma io lo so e vi garantisco che se viene fuori chi ha fatto male ad alice, non ci arriva davanti al giudice. stiamo attenti e smettiamo di trascinare nuove figure in questo caso”.