I familiari di Alice Neri cercano una collanina che la trentaduenne trovata priva di vita nella sua auto carbonizzata a Fossa di Concordia, in provincia di Modena. La donna la indossava il 17 novembre 2022, giorno dell’omicidio. Il gioiello aveva un valore affettivo importante, tanto che non se ne separava mai. È per questo motivo che nei giorni scorsi i consulenti del marito e del fratello si sono recati sul posto per cercarla, ma non l’hanno trovata.
“La ricerca dei parenti della vittima a Fossa di Concordia era finalizzata al rinvenimento di una collanina d’oro che al suo interno avrebbe dovuto contenere anche dei diamanti. Entrambi i materiali sarebbero potuti essere in grado di resistere a determinate temperature. Il gioiello però non è stato trovato”, ha affermato la criminologa Roberta Bruzzone a Ore 14. L’ipotesi è che l’assassino di Alice Neri, dato il valore, l’abbia potuta sottrarre alla vittima e rivendere nei giorni successivi all’omicidio.
Alice Neri, familiari cercano collanina tra i resti: trovato un nuovo reperto
I familiari di Alice Neri non hanno trovato a Fossa di Concordia la collanina che cercavano, ma a distanza di quattro mesi dal rinvenimento del cadavere della trentaduenne hanno rinvenuto un nuovo reperto che è stato acquisito dai Carabinieri. “La sua natura è ancora da definire. Sembra essere un materiale plastico fuso di colore scuro e di forma chiusa, ci sono anche quelli che sembrano dei fili di rame. È difficile capire cosa ci sia all’interno, potrebbero essere qualsiasi cosa. Anche dei reperti organici”, ha affermato ancora Roberta Bruzzone. È possibile che si tratti di un pezzo di osso fuso con parte della carrozzeria.
I materiali presenti sul posto tuttavia sono sempre stati numerosi. A ribadirlo è anche il gestore del campo dove fu ritrovata l’auto carbonizzata. “In quest’area purtroppo ci sono spesso dei nomadi che appiccano il fuoco per recuperare rame e altri metalli”, ha affermato a Ore 14. E sui giorni dell’omicidio: “Una tanica di olio era presente il 17 novembre 2022. Era blu, priva di scritte, con dentro l’olio esausto che utilizziamo per l’alimentazione di un’autopompa. Era piena, l’avevamo appena messa. Il giorno dopo, quando è stato ritrovato il corpo di Alice Neri, c’era ancora, ma non ho potuto appurare se fosse piena o vuota. È stata portata via dai Carabinieri. Dei resti ricordo che c’erano tracce di fusione del metallo, nonché l’alternatore dell’auto fuso. Quindi si presume che la combustione sia stata molto forte. È impossibile che ci siano altri resti”.