La recente udienza del processo per l’omicidio di Alice Neri a carico del 30enne tunisino Mohamed Gaaloul si sarebbe aperta nel segno dell’asserita innocenza da parte dell’unico imputato, accusato di aver assassinato la 32enne di Rami di Ravarino la notte tra il 17 e il 18 novembre 2022 a Fossa di Concordia e di aver bruciato l’auto con il corpo della donna al suo interno. Poco prima di entrare in aula, secondo quanto riporta Ansa, davanti alla stampa, appena sceso dal mezzo della Polizia penitenziaria, l’uomo avrebbe rivolto alcune parole ad alta voce verso i cronisti dicendosi totalmente estraneo al delitto: “Non sono colpevole, non c’entro niente con l’omicidio di Alice Neri“.



Per la prima volta, Gaaloul avrebbe rotto il silenzio davanti alla stampa e in tribunale con alcune dichiarazioni spontanee per sostenere di non aver commesso il reato che l’accusa gli contesta: omicidio volontario e distruzione di cadavere. Il tunisino fu arrestato all’estero, in fuga, secondo gli inquirenti, per far perdere le proprie tracce dopo aver brutalmente ucciso Alice Neri in un luogo che già conosceva tra le campagne del Modenese.



Alice Neri, le dichiarazioni di Gaaloul a processo

Mohamed Gaaloul avrebbe reso dichiarazioni spontanee ribadendo di non essere il responsabile e di non essersi dato alla fuga, come invece sostiene l’accusa, nei giorni successivi all’omicidio della 32enne: “Io non sono scappato dall’Italia. Avevo già programmato di andare all’estero per cercare lavoro. Per andare in Francia ho preso il treno da Milano, con il biglietto insieme a mia moglie e al nostro cane. Avevo i miei documenti. Sono stato controllato alla frontiera“.

Nel suo racconto, il tunisino imputato del delitto avrebbe dichiarato di essere andato via “perché la casa a Concordia era senza riscaldamento e luce” e perché non pagava l’affitto. “Io non ho ucciso la signora Alice Neri – avrebbe aggiunto, come riporta l’agenzia di stampa -. Quando lei mi ha detto di scendere dall’auto io sono sceso, mi trovavo distante da casa e ho dormito in mezzo alla campagna, in un posto di fortuna. Quello che è successo dopo che sono sceso dall’auto non lo so“. Secondo la ricostruzione dell’accusa a suo carico, il 30enne avrebbe conosciuto la vittima proprio la sera dell’omicidio in un locale dove la donna aveva trascorso una lunga serata con un collega. Il suo arresto risale al dicembre seguente, rintracciato in Francia.