Continua ad essere un giallo l’omicidio di Alice Neri, la giovane madre trovata carbonizzata nel baule della sua auto. Mattino Cinque è tornato ad occuparsi stamane del caso, intervistando ancora una volta il fratello della vittima, Matteo Neri. Come vi abbiamo scritto ieri, Emanuele Canta di Mattino Cinque ha trovato sul luogo del ritrovamento del cadavere delle maniglie che sembrerebbero appartenere alla Ford della vittima. “Potrebbero esserci tracce biologiche – ha spiegato il prof. Fortuni, medico legale, in collegamento con Mattino Cinque – è significativa la speranza, la parte esterna sembra intatta, sicuramente vanno refertate”. Quindi Emanuele Canta ha aggiunto: “C’è un pm che coordina le indagini, i carabinieri dipendeno dal pm, che ritiene di aver tutto in mano e quindi non serve altro, i carabinieri non possono agire senza una indicazione precisa della Procura”.



Il fratello di Alice Neri, così come da indicazioni dell’avvocato, ha fatto un video delle maniglie dell’auto e della zona: “Ho inviato tutto all’avvocato e alle autorità competenti. Abbiamo deciso di lasciare lì queste maniglie, ci atteniamo a quello che ci viene detto dalle forze dell’ordine, questo non esclude il fatto che io possa documentare senza toccare nulla”.
“L’avvocato ha già conferito come pm – ha aggiunto il fratello di Alice Neri – le disposizioni che abbiamo sono chiare, non bisogna portare via le maniglie, e noi non possiamo scavalcare le autorità, se così ci hanno detto ci sono delle motivazioni”. Marco Oliva, in studio a Mattino 5 aggiunge: “Forse hanno un’altra pista certa e non sono interessati, magari dall’altro lato dove non sono cadute le maniglie vi erano già elementi utili”. Intanto nelle ultime ore è emessa l’ipotesi stalker: “Forse un collega di lavoro di Alice Neri – aggiunge Emanuele Canta – lei avrebbe fatto presente ai suoi superiori che c’era una persona che le stava addosso. Non è lo stesso collega attenzionato negli scorsi giorni, ci sono attenzioni forti su diverse persone, lei era l’unica donna su circa 70 uomini”. Matteo, il fratello di Alice Neri, a riguardo ha spiegato: “Anche se avesse avuto un secondo eventuale appuntamento non si sarebbe mai addentrata in una strada come questa di notte. Inoltre la geolocalizzazione del suo telefono è stata disattivata e Alice era totalmente ignorante in materia, non sarebbe mai stata in grado di farlo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ALICE NERI, IL FRATELLO MATTEO: “IPOTESI SUICIDIO È FOLLIA!. LEI NON AVEVA NEMICI…”

Matteo, fratello di Alice Neri, la donna di 32 anni rinvenuta carbonizzata nel bagagliaio della propria automobile nel Modenese, è intervenuto in collegamento audiovisivo ai microfoni di “Ore 14”, trasmissione di Rai Due condotta da Milo Infante e andata in onda nel pomeriggio di mercoledì 30 novembre 2022. In primis, l’uomo ha riferito le sue ipotesi circa il telefonino della sorella: “Innanzitutto, alcuni modelli di telefono non richiedono l’inserimento della password per poter sbloccare le funzioni… Basta tirare giù la tendina per disabilitare la geolocalizzazione! In alternativa, Alice potrebbe essere stata obbligata, sotto eventuale minaccia, a sbloccare il dispositivo, ma queste sono solo mie teorie”.



Secondo il fratello, Alice Neri “non sarebbe mai venuta in questo posto da sola! Nessuna donna e nessun uomo con un minimo di istinto di sopravvivenza o prudenza si sarebbe inoltrata/o in una zona come questa, isolata e buia. Non c’è un lampione per chilometri e, per arrivare qua, almeno un chilometro di strade di campagna va fatto, dunque è anche difficile da trovare. Questa zona farebbe paura anche alle coppiette in cerca di intimità… Io stesso avrei paura a venire in un posto del genere!”.

ALICE NERI, PARLA IL FRATELLO MATTEO: “NON AVEVA NEMICI”

Circa l’ipotesi suicidio formulata nei giorni scorsi e legata ad Alice Neri, il fratello Matteo a “Ore 14” ha chiarito: “Mia sorella stava seguendo un percorso dallo psicoterapeuta, perché ad oggi, con la bimba che è cresciuta un po’, stava lentamente riequilibrando la sua vita. Arrivare a parlare di una cosa del genere mi sembra quasi follia. Chi ha potuto pensare un qualcosa di simile deve avere la stessa fantasia di chi ha bruciato la macchina di mia sorella!”.

E, ancora: “Innanzitutto, Alice al bar è arrivata intorno alle 19.40, perché alle 18.30 era a casa. In secondo luogo, l’avvistamento della sua automobile in questa zona è un’indiscrezione. Non ci sono targhe che lo provino e, peraltro, lei per nostra sfortuna non girava con un’auto di lusso, bensì con una vettura comune, una Ford Fiesta blu. Nemici? Se mia sorella avesse avuto problemi del genere, posso dire con certezza che l’avrei saputo. Percepisco paura e rabbia attorno a me, che sono un brutto binomio esistente in questi paesini di periferia che confinano l’uno con l’altro. Cerco di consigliare alle persone di trattenere un minimo questi sentimenti, sebbene sia difficile”.