La morte di Alice Neri a Fossa di Concordia è ancora avvolta nel mistero, mentre si attende l’udienza per l’incidente probatorio presso il Tribunale di Modena. Il principale sospettato dell’omicidio e della distruzione del cadavere è il 29enne tunisino Mohamed Gaaloul, a cui il Riesame ha recentemente negato la scarcerazione rigettando il ricorso della difesa rappresentata dall’avvocato Roberto Ghini. L’uomo si è detto estraneo ai fatti contestati, ma diversi elementi graverebbero sulla sua posizione di indagato e almeno due testimoni, tra le persone che si sarebbero trovate nell’abitazione del cugino dove sosterebbe di essersi recato la mattina del 18 novembre scorso (Alice Neri sarebbe stata uccisa poche ore prima), avrebbero raccontato di aver notato delle macchie di olio sui suoi indumenti.
Dettaglio che alimentarebbe l’ipotesi di un suo coinvolgimento in quanto, secondo la ricostruzione riportata dalla trasmissione Ore 14, per incendiare l’auto di Alice Neri, in cui poi sarebbe stato trovato il suo corpo carbonizzato chiuso nel bagaliaio, si ritiene che sia stato usato proprio dell’olio esausto presente in prossimità della scena del crimine. Stando a un’anticipazione della trasmissione di Milo Infante, nella casa dove Gaaloul si sarebbe recato quella mattina sarebbe stato sequestrato dagli inquirenti un materasso – lo stesso su cui il 29enne avrebbe dormito – che presenterebbe delle tracce potenzialmente compatibili con il liquido in questione.
Alice Neri morta a Fossa di Concordia: le parole dell’avvocato di Mohamed Gaaloul
In attesa dell’incidente probatorio e degli esami irripetibili che saranno condotti sui reperti isolati sulla scena del ritrovamento di Alice Neri – in particolare alcuni mozziconi di sigaretta, una spallina del reggiseno della vittima e i resti di un orologio -, l’avvocato di Mohamed Gaaloul, Roberto Ghini, ha sottolineato alcuni aspetti a suo avviso centrali nello spettro delle indagini. Secondo il legale del 29enne, che aveva presentato ricorso al Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere perché ritiene inesistenti i gravi indizi di colpevolezza che gli sarebbero contestati, non tutte le telecamere che insistono nelle aree di interesse investigativo sarebbero state analizzate.
Secondo quanto dichiarato a Ore 14 dall’avvocato dell’uomo, potrebbero esserci dei filmati utili a dimostrare l’estraneità del suo assistito nel giallo della morte di Alice Neri: “Ci auto che gravitano nella zona, vetture che entrano nella via Mazzalupi e non ne escono. Quindi o si sono fermate in una delle p0chissime abitazioni che ci sono in quella strada oppure hanno svoltato su quella strada sterrata che porta al luogo dove è stata poi trovata l’autovettura di Alice Neri. Tutta la zona nord di quest’area – ha dichiarato il legale di Mohamed Gaaloul – non è stata, secondo me, adeguatamente verificata. Sugli accessi da nord e da est risultano sguarniti, non sono state acquisite le telecamere“. L’avvocato Ghini inoltre avanza dubbi sull’ipotesi di omicidio: “Nessuno sa per quali ragioni è deceduta Alice Neri“.