Mohamed Gaaloul andrà a processo per l’omicidio di Alice Neri, anche se ci sono ancora diversi dubbi sul possibile coinvolgimento di un terzo uomo. Il muratore di 30 anni è in arresto ormai da mesi. È l’ultimo ad essere stato immortalato dalle telecamere di sorveglianza insieme alla vittima, con cui si è recato nel luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere carbonizzato all’interno dell’auto. La Procura sostiene il movente sessuale. Il marito Nicholas Negrini ha però dei dubbi.
Un’ipotesi, per il momento non ancora approfondita dagli inquirenti, è infatti che un collega di Alice Neri, con cui aveva avuto una relazione e che sembrava ossessionato da lei, possa essere coinvolto. Secondo il marito, infatti, da questo rapporto sarebbe potuta scaturire una gravidanza indesiderata, che spiegherebbe la distruzione del cadavere. La vittima in quei giorni aveva infatti un ritardo e aveva assunto dei farmaci contro la nausea. Pare inoltre che i due avessero avuto una lite in pubblico, confermata anche da un’amica della vittima. L’uomo, secondo quanto emerso a Quarto Grado attraverso le dichiarazioni di Carmelo Abbate, avrebbe un alibi non del tutto solido e si sarebbe preoccupato in queste settimane riguardo al prosieguo delle indagini.
Alice Neri, Mohamed Gaaloul va a processo ma tanti dubbi sul terzo uomo. Il dolore della mamma
A distanza di un anno dall’omicidio di Alice Neri, sebbene Mohamed Gaaloul si trovi in carcere in attesa del processo, i dubbi sono dunque tanti. La mamma della donna, Patrizia Montorsi, chiede giustizia. “Non mi hanno ancora ridato mia figlia, per cui non mi sono ancora completamente resa conto che è morta. È come se aspettassi che rientri dalla porta. Non ho chiuso questo cerchio. Non tocca a me dire chi l’ha uccisa, devono stabilirlo i giudici. L’assassino ha rovinato la nostra vita e ha portato via la mamma a mia nipote. Mia figlia era una ragazza normale, non aveva mai fatto del male a nessuno. L’unica cosa che mi rimane è avere giustizia. Non mi importa chi sia stato, ma che mi diano un nome e lo puniscano”, ha affermato.
E sulle altre persone coinvolte e le tante piste: “Ho subito un anno di cattiveria. Parlo di tutte le persone che diffamano Alice, facendola passare per tossica e per poco seria. Io so chi è mia figlia, mi sta molto a cuore difenderla. Io ce l’ho anche con Marco, che ha lasciata sola mia figlia. Dopo 7 ore, avrebbe potuto aspettare 10 minuti che partisse con la macchina. Forse questo non sarebbe successo. È una questione di etica. Del collega non so niente. Se è stato appurato che avevano una storia, è perché anche lei l’ha voluto. Non esiste che lui abbia capito male o frainteso, sennò l’avrebbe messo a posto. Non so se ha un alibi o meno”, ha concluso.