Nicholas Negrini, marito di Alice Neri, ha scelto il generale Luciano Garofano come consulente per provare a dare un contributo alle indagini sulla morte della 32enne, trovata carbonizzata nella sua auto data alle fiamme tra le campagne di Fossa di Concordia (Modena) il 18 novembre scorso. L’ex comandante del Ris di Parma ha accettato l’incarico e si è recato per la prima volta sul luogo del ritrovamento del corpo della donna per condurre alcuni rilievi preliminari, insieme agli altri consulenti della famiglia, a caccia di eventuali reperti che potrebbero essere sfuggiti agli inquirenti in sede di sopralluogo.



Il marito di Alice Neri ha deciso di mettere in campo ogni sforzo per arrivare alla verità sui tragici fatti di quella notte, e non intende fermarsi davanti all’evidenza di un principale sospettato attualmente in carcere, il 29enne tunisino Mohamed Gaaloul: “Lo faccio soprattutto per mia figlia – ha sottolineato Nicholas Negrini a Ore 14 – perché quando diventerà grande cercherà notizie su cosa è accaduto alla mamma voglio che lei sappia che ce l’ho messa tutta, per quanto posso, per fare emergere la verità“. Il generale Garofano non esclude l’azione di più persone dietro la morte di Alice Neri: “È possibile che sia stata una sola persona, forse per una decisione presa sul momento, ma questi eventi spesso ci portano al concorso di più soggetti“. I colpi di scena, in sostanza, secondo i consulenti di parte incaricati dai familiari potrebbero essere dietro l’angolo, nonostante il fuoco investigativo converga al momento sulla sola posizione di Gaaloul.



Il marito di Alice Neri sulla scena del crimine: “È ora di scandagliare tutte le zone d’ombra”

Nicholas Negrini non intende “stare fermo ad aspettare” la verità sulla tragica fine della moglie Alice Neri, e per questo ha deciso di dare un ulteriore impulso alle indagini con l’incarico al generale Garofano per una consulenza sul caso. I principali sospetti degli inquirenti si sono concentrati sul profilo del 29enne Mohamed Gaaloul, indagato numero uno nell’inchiesta e attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Secondo la difesa del tunisino, rappresentata dall’avvocato Roberto Ghini, non vi sarebbero però elementi concreti in grado di condurre ad indizi di colpevolezza che possano inchiodare il suo assistito alla cornice di uno spietato assassino.



I dubbi sono ancora tanti e lo stesso marito di Alice Neri sostiene vi siano molti punti oscuri da sondare. Per Nicholas Negrini “è giunto il momento di scandagliare tutte le zone d’ombraa caccia di tasselli che potrebbero fornire una lettura ancora più completa del caso. “Non potevo stare fermo ad aspettare – ha detto il marito di Alice Neri a Ore 14 -. A nostro avviso ci sono ancora elementi da controllare. Alice sicuramente ha dovuto affrontare una grossa crisi personale e psicologicamente le ha portato un’estrema fragilità, infatti era seguita da specialisti e prendeva farmaci, non era in condizioni ottimali, per cui quando sento anche critiche e giudizi nei suoi confronti bisogna tenere fermo questo punto: non era spinta da ragione o scelte ponderate, ma viveva un momento di estrema fragilità e difficoltà personale che necessita di comprensione e non di pregiudizi”. Secondo Nicholas Negrini, nonostante i “molti elementi a carico del principale sospettato“, “ci sono alcune zone d’ombra che non ci possiamo permettere di tenere fuori dal contesto perché possono raccontare molto di più. Posso solo dire che a volte la verità sta nel dettaglio”. Ed è proprio sui dettagli, su quelle eventuali sfumature della storia che potrebbero sfuggire anche a un investigatore esperto, che ora si concentrerebbero gli sforzi dei consulenti della famiglia per trovare quante più risposte utili a risolvere un giallo ancora denso di interrrogativi.