“Minacce terribili da nostro figlio, era malato e continua ad esserlo, ma nessuno lo sta curando“. Sono alcune delle parole di Antonella Zarri e Graziano Scagni, genitori di Alice Scagni e di Alberto, il giovane in carcere per l’omicidio della sorella avvenuto il 1° maggio 2022 a Genova. Sono un padre e una madre distrutti da un doppio dolore per la perdita di due figli, una morta ammazzata a coltellate e uno in cella accusato del più atroce dei delitti. Dopo aver denunciato presunte omissioni di forze dell’ordine e Salute mentale in merito alla loro reiterata richiesta di aiuto prima della morte di Alice Scagni, tornano in tv e lamentano una “totale inerzia delle istituzioni” davanti a una vicenda straziante in cui, ancora oggi, a detta di Antonella Zarri si punterebbe il dito solo sul “mostro armato di coltello” senza guardare alle eventuali responsabilità di chi, secondo i genitori, avrebbe potuto contenerlo per impedire l’agghiacciante epilogo.
L’ultima telefonata del papà di Alberto e Alice Scagni al 112 risale alla mattina del giorno dell’omicidio, poche ore prima che la giovane figlia, 34 anni, fosse colpita a morte con una scarica di coltellate proprio dal fratello sotto casa. L’uomo sollecitava l’intervento di una volante a seguito di reiterate e sempre più esplicite minacce del figlio all’indirizzo della sua famiglia e in particolare della figlia e del genero. Alberto Scagni, per settimane, avrebbe chiesto soldi con una insistenza crescente e il giorno prima di uccidere Alice avrebbe dato fuoco alla porta dell’abitazione della nonna. “Nessuno si è mosso“, ha dichiarato la madre, Antonella Zarri, durante un’intervista al programma di Eleonora Daniele, Storie di Sera.
Alice Scagni uccisa dal fratello Alberto, i genitori: “Abbandonati da tutti”
Il padre e la madre di Alice e Alberto Scagni portano avanti la loro battaglia per avere giustizia e perché il loro figlio, in carcere con l’accusa di aver ucciso la sorella 34enne a Genova, venga curato. “Quando ho fatto quella telefonata al 112 ero spaventato – ha dichiarato Graziano Scagni a Storie di Sera –, le minacce che ho ricevuto da mio figlio erano veramente terribili. L’ho fatta fiducioso di avere un aiuto dallo Stato. Salute mentale ci disse ‘Se avete bisogno, chiamate il 112, noi interveniamo perché siamo allertati’, quindi per me significava avere la certezza di ricevere un aiuto. Invece non è stato così, abbiamo semplicemente ricevuto un abbandono che ci è costato la vita di nostra figlia, che esattamente il 21 marzo 2023, primo giorno di primavera, avrebbe compiuto 35 anni“.
In tv anche il racconto di Antonella Zarri, madre di Alberto e Alice Scagni, che così ha spiegato perché non hanno denunciato il figlio: “La sera prima era un sabato sera, le denunce in Italia, o almeno a Genova, non si possono fare nei giorni festivi. Abbiamo chiesto che venisse qui una volante per denunciare Alberto, ma non hanno fatto niente, non si sono mossi. Gli uffici erano chiusi, a noi era stato detto che per la porta bruciata non poteva essere sporta denuncia perché non eravamo i proprietari dell’immobile, per di più sarebbe stata contro ignoti perché non avevamo prove. Nei mesi precedenti, il nostro scopo era curare Alberto perché non aveva compiuto reati. Era malato, noi ci siamo mossi sulla filiera di salute mentale, a cominciare dal medico di base. Il risultato è stato lo zero totale, totale indifferenza e totale inerzia delle istituzioni salute“.