A I fatti Vostri su Rai Due, si torna a parlare del caso di Alice Scagni, la ragazza uccisa a Genova lo scorso primo maggio dal fratello Alberto. In studio vi erano i genitori Antonella e Graziano, che hanno lamentato di aver avvisato le autorità circa la pericolosità del figlio, ma di non essere stati aiutati. Il programma condotto da Salvo Sottile manda in onda l’ultima telefonata di Alberto prima dell’assassinio: “Dopo quella telefonata – ha raccontato Antonella, mamma di Alice Scagni – ci siamo rivolti al 112 ricordando che Alberto aveva già fatto un’altra telefonata poco prima, abbiamo cercato di dare tutte le istruzioni alle forze dell’ordine, perchè pensavamo che Alberto era da fermare, purtroppo ci hanno posto un rifiuto e c’è stata questa mancanza, assenza totale di soccorso, doloso e voluto”. La signora Antonella ha proseguito: “Quando abbiamo capito qualcosa di Alberto? Aveva avuto una diagnosi di epilessia a 8 anni. Aveva vissuto la sua vita normalmente e con felicità ma velata da questa malattia e da questa necessità di essere curato continuamente, di essere meno libero di vivere la sua vita, e questo nel tempo l’ha portato a chiudersi nella socialità perchè quando la malattia è diventata conclamata con le convulsioni lui si vergognava molto”. E ancora: “In aprile siamo stati a colloquio con salute mentale, avevamo già segnalato il caso e la dottoressa di salute mentale ci disse di mettere in sicurezza la nonna, e ciò significa che la dottoressa aveva avuto mediata accortezza della pericolosità di Alberto, ma nessuno ci ha aiutato a disinnescare la bomba”.



Il fondo è stato però toccato a Natale dell’anno scorso: “A Natale 2021 – le parole di Graziano, papà di Alice Scagni – aveva sperperato i soldi del fondo pensione, 16mila euro in tre mesi e da quel momento non era più lui. Ci siamo rivolti agli psicologi su consiglio di Alice perchè lei voleva bene ad Alberto e cercava in tutti i modi di aiutarlo. Loro ci hanno detto che l’unico percorso possibile era salute mentale”. E ancora: “Lui non voleva andare alle visite, ma la dottoressa ci disse che qualunque problema noi avremmo dovuto chiamare il 112 e sarebbero intervenuti”.



ALICE SCAGNI, I GENITORI: “PRONTI AD ANDARE A TROVARLO…”

Quindi è arrivata la famosa telefonata minatoria: “Ho chiamato il 112, ero sconvolto dalla nottata che ho passato e dalla telefonata ricevuta, cerco di essere lucido il più possibile per far vedere come si sono svolti i fatti ma di là ho avuto un rifiuto totale, mi rispondano di andare domani in commissariato a fare denuncia e io sono rimasto sconvolto. Abbiamo chiesto una volante ma ci hanno detto che era festa e non ve ne era nessuna disponibile”. Su una possibile visita in carcere: “Fino ad ora ci hanno sconsigliato di vederlo fino al mese di luglio – ha detto Graziano – abbiamo saputo che è affetto da paranoie e schizofrenia”.



“Saremmo pronti ad incontrarlo? Non lo so, credo che Alice lo voglia perdonare però Alberto deve rendersi conto di quello che ha fatto e deve pagare, ma se è malato ha il diritto di essere curato”. Poi la mamma di Alice Scagni ha concluso: “Abbiamo percepito subito un’opacità e per questo ci siamo rivolti all’avvocato per fare chiarezza, il nostro nipote aveva 14 mesi quando Alice è stata uccisa. Il primo maggio il cuore si è spaccato in due, ma sono certo che la giustizia che vogliamo per Alice non deve passare per l’ingiustizia verso Alberto, Alice non lo vorrebbe. Alberto deve essere curato dopo che ha avuto consapevolezza di quello che ha commesso”.