Il terribile omicidio di Alice Scagni nei servizi di cronaca nera di oggi di Mattino Cinque. Il programma di Canale 5 ha intervistato in collegamento i genitori della povera vittima, nonché di Alberto, in carcere per l’assassinio della sorella. “La consulenza è stata portata anticipatamente al momento rituale in cui doveva essere depositata ma è una consulenza che a pari valenza rispetto a tutti gli altri consulenti”, ha detto la signora Antonella, mamma di Alice Scagni, in riferimento all’ultima consulenza psichiatrica su Alberto Scagni secondo cui quest’ultimo non sarebbe risultato infermo di mente, a una perizia che di fatto lascia un po’ perplessi alla luce delle numerose denunce, rimaste inascoltate degli stessi genitori di Alice Scagni e Alberto.
“Alberto si è reso conto di essere trascinato da un’onda di follia progressiva e tutti gli elementi vanno in quella direzione, ne abbiamo assoluta consapevolezza che Alberto stesse soccombendo sotto la sua follia. La salute di Alberto in questo incidente probatorio è l’ultimo degli elementi che viene preso in considerazione, la guerra sulla sua testa è per le evidenti omissioni che ci sono state e lo Stato non vuole processare se stesso, comprendiamo questa difficoltà ma non demorderemo che Alice Scagni abbia giustizia e non sulla testa di suo fratello”.
ALICE SCAGNI, IL PAPA’: “ABBIAMO CHIAMATO PER UN’EMERGENZA”
“Alberto Scagni è stato travolto dalla sua malattia noi l’abbiamo urlato e ci hanno preso a calci in faccia, noi non smetteremo mai di dirlo soprattutto per i cittadini che si trovano nella stessa situazione”, ha proseguito Antonella, la mamma di Alice e Roberto “Un momento di follia può essere fermato con poco”.
Graziano, il papà di vittima e carnefice, ha preso la parola: “Prima dell’omicidio ho ricevuto due telefonate da Alberto. Non era il morso che vediamo e tutti dipingono, era una persona intelligente, estroversa, generosa e buona, ha passato tanto tempo in campagna. Ma quelle telefonate sono state sconvolgenti e io dopo quella seconda telefonata ho chiamato il 112 e per me era come lanciare un forte grido d’allarme, un bisogno d’aiuto disperato alle istituzioni, se chiamo al 112 è perchè ho bisogno, sto vivendo un’emergenza, non chiamo a caso questo numero. Avevamo bisogno di aiuto”.