Seminfermità mentale e ipotesi sconto di pena per Alberto Scagni, l’uomo accusato dell’omicidio della sorella, Alice Scagni, uccisa a coltellate sotto la sua casa di Genova il 1° maggio scorso. È quanto sarebbe emerso dalla perizia condotta da Elvezio Pirfo, esperto incaricato dal gip Paola Faggioni per la valutazione dello stato del 42enne al momento del delitto e che, in caso di condanna, riporta Giallo, potrebbe aprire al predetto scenario.



La relazione che dipingerebbe Alberto Scagni “seminfermo di mente”, disposta al giudice per le indagini preliminari nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Alice Scagni, sarebbe stata depositata ai primi di ottobre e, riporta Tgr Liguria, verrà discussa il prossimo 3 novembre. La famiglia dei due avrebbe denunciato un’inerzia delle istituzioni rispetto alle reiterate richieste d’aiuto per i comportamenti sempre più aggressivi di Alberto Scagni, denunciati anche da alcuni vicini. La madre di Alice Scagni, Antonella Zarri, aveva affidato un amarissimo sfogo alle telecamere di Chi l’ha visto? sostenendo di essere stati letteralmente abbandonati alla paura e alla crescente violenza del figlio. A detta dei genitori nessuno, prima dell’omicidio di Alice Scagni, sarebbe intervenuto nonostante le continue chiamate al 112, l’ultima delle quali poche ore prima che si consumasse la tragedia.



Alberto Scagni “seminfermo di mente”: ipotesi sconto di pena per l’omicidio di Alice Scagni

Alberto Scagni, riporta il settimanale Giallo, potrebbe godere di uno sconto di pena in caso di condanna per l’omicidio della sorella, Alice Scagni, colpita con almeno 17 coltellate il 1° maggio scorso sotto la sua abitazione a Genova. Un delitto atroce che la famiglia dei due, in primis i genitori, avrebbero dipinto come una tragedia annunciata sostenendo di essere stati ignorati dalle forze dell’ordine rispetto a continue richieste di aiuto per arginare la pericolosità del figlio. Secondo la perizia dell’esperto incaricato dal gip, il 42enne sarebbe stato in una condizione che ne avrebbe pregiudicato la piena capacità di intendere e volere.



Sempre il settimanale riporta alcuni passaggi della relazione del perito Elvezio Pirfo, nominato dal giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, in merito al fratello di Alice Scagni: “Alberto Scagni è portatore, fin dalla prima età adulta, di un grave disturbo della personalità di tipo antisociale, narcisistico e borderline, complicato da un disturbo di poliabuso di sostanze psicoattive (alcol e cannabis). Non è affetto da schizofrenia. Al momento dell’arresto non era in condizione critica da astinenza da sostanze psicoattive tali da fare ipotizzare l’esistenza di una cronica intossicazione. È comunque capace di stare in giudizio”. Alice Scagni aveva 34 anni ed era mamma di un bimbo piccolo. Secondo la perizia, scrive Giallo, il fratello accusato del delitto avrebbe “un’infermità mentale, pertanto la sua capacità di intendere e volere risulta grandemente scemata ma non del tutto esclusa”.