Alice Scagni, uccisa il 1° maggio scorso sotto la sua casa a Genova con una scarica di coltellate – secondo l’accusa sferrate dal fratello, Alberto Scagni -, poteva essere salvata? Ne è convinta la famiglia, che avrebbe denunciato chi non ha ascoltato le reiterate richieste di aiuto lanciate al 112 dai genitori fino a poche ore prima dell’omicidio, ma ci sarebbe di più. Nelle ultime ore, infatti, il legale che li assiste avrebbe pronto un nuovo dossier da depositare in Procura e atto a dimostrare che nessuno, nonostante le denunce, sarebbe intervenuto tempestivamente a scongiurare il drammatico epilogo oggi al centro delle cronache.



All’interno del documento, riporta Il Corriere della Sera, vi sarebbero nero su bianco anche le testimonianze di alcuni vicini di casa che avrebbero segnalato la pericolosità di Alberto Scagni alle autorità restando però, anch’essi, inascoltati. Nel denunciare la condotta dell’uomo, ora in carcere con l’accusa di essere l’assassino della sorella, Alice Scagni, diverse persone lo avrebbero descritto come “fuori controllo”. Si tratterebbe, riporta lo stesso quotidiano, di segnalazioni che sarebbero state prodotte a Polizia municipale e Centro di salute mentale almeno due settimane prima del delitto, consumato sotto l’abitazione della vittima con 17 fendenti.



Alice Scagni: le segnalazioni dei vicini su Alberto prima dell’omicidio

Secondo quanto avrebbe ricostruito Fabio Anselmo, avvocato della famiglia di Alberto e Alice Scagni, oltre ai genitori dei due, Antonella Zarri e Graziano Scagni, anche alcuni vicini avrebbero segnalato la pericolosità dell’uomo prima che si consumasse la tragedia. Alice Scagni è stata uccisa il 1° maggio scorso, sotto la sua casa del capoluogo ligure, e stando alle indagini sarebbe stata massacrata con 17 coltellate proprio dal fratello al culmine di una spirale di minacce e incessanti richieste di soldi. Il padre della vittima aveva telefonato al 112 poche ore prima dell’omicidio, ma nessuno sarebbe intervenuto e la questione, lamentano i familiari, sarebbe stata liquidata dalle autorità con una certa superficialità ora oggetto di formale denuncia.



I vicini avrebbero segnalato che Alberto Scagni sarebbe stato “pericoloso” e “fuori controllo”, sommando le loro dichiarazioni a quanto già esposto dai genitori. Si tratterebbe di segnalazioni fatte almeno due settimane prima dell’omicidio di Alice Scagni e che, riferisce ancora il quotidiano, sarebbero state indirizzate alla Polizia municipale di Genova e al Centro di salute mentale della Fiumara. La famiglia di Alice Scagni non smette di sostenere che adesso gli inquirenti, al di là delle responsabilità materiali del delitto contestate all’altro figlio, Alberto, dovrebbero indagare su quanti avrebbero potuto evitare un simile epilogo. In merito alla morte di Alice Scagni, la Procura avrebbe avviato due inchieste: la prima per omicidio volontario a carico del fratello della vittima, Alberto Scagni, la seconda per omessa denuncia e omissione di atti d’ufficio volta ad accertare eventuali responsabilità nella catena di raccolta, valutazione e risposta alle denunce.