Alice Scagni uccisa dal fratello Alberto Scagni con 17 coltellate, ma anche dallo “Stato inefficiente” che non avrebbe risposto alle reiterate richieste d’aiuto della famiglia per quel figlio sempre più ossessivo e aggressivo. Lo dichiara la madre, come riporta Il Corriere della Sera nel settimanale 7, in merito al dramma che si è consumato nella loro famiglia il 1° maggio scorso. Alice Scagni sarebbe stata colpita dall’uomo sotto la sua abitazione a Genova, al culmine di una spirale di paura e angoscia che lei e i suoi cari avrebbero vissuto per mesi a causa delle condotte sempre più pressanti e preoccupanti del fratello Alberto Scagni.
La famiglia, dopo l’omicidio, ha lanciato un j’accuse a quanti non avrebbero ascoltato le loro incessanti richieste di un intervento. Un silenzio delle istituzioni, hanno raccontato i genitori di Alice Scagni, che si sarebbe protratto fino a poche ore prima del delitto. Quella mattina, il padre della giovane, sposata e madre di un bimbo piccolo, avrebbe chiamato il 112 per esporre, ancora una volta, le preoccupazioni a seguito di minacce e vessazioni da parte di Alberto Scagni. E ancora una volta nessuno avrebbe mosso un dito. Questa la versione dei familiari della vittima. “Avrebbero potuto salvare nostra figlia“, sottolinea Antonella Zarri, madre di Alice Scagni, ma ora non c’è più nulla da fare.
Alice Scagni, la madre sul figlio Alberto: “Quando capirà ciò che ha fatto si ammazzerà”
Sempre Il Corriere della Sera riporta un altro passaggio delle dichiarazioni della famiglia di Alice Scagni, in particolare quanto la madre avrebbe detto a seguito dell’omicidio e dell’arresto dell’altro figlio, Alberto Scagni: “Quando capirà ciò che ha fatto si ammazzerà”. Nei mesi e nelle ore precedenti il delitto, il comportamento dell’uomo si sarebbe fatto sempre più aggressivo e ossessivo nei confronti dei genitori e della sorella, al punto da spingerli a chiedere insistentemente aiuto alle forze dell’ordine. Ma non sarebbe arrivata alcuna risposta ai loro appelli: “C’erano tutte le avvisaglie – ha raccontato la madre – ma nessuno ha voluto ascoltare“.
La mattina del 1° maggio scorso, a pochi passi dal delitto, Alberto Scagni avrebbe telefonato al padre allarmandolo con toni minacciosi riferiti in partiocolare ad Alice Scagni e al marito di lei. Il tenore livido della conversazione avrebbe generato una tale apprensione nel genitore da indurlo a chiamare il 112. A quella richiesta, però, secondo la famiglia non avrebbe fatto seguito alcun intervento delle autorità. Fino all’ultimo, Alice Scagni avrebbe sperato di trovare una soluzione per aiutare il fratello e restituire alla sua famiglia la serenità perduta. “Alberto non mi farà mai del male, lui mi vuole bene“, avrebbe detto senza mai immaginare che un giorno l’avrebbe uccisa.